Si chiama Zagato Giulia SWB Corsa.
E’ bellissima e scatena una tempesta perfetta
di emozioni, suggestioni, ricordi e passione

di Vittorio Gargiulo

 

Sono pochissime le occasioni in cui permetto a ricordi personali di avvolgermi e questa è una di quelle.
Perdonatemi.
Ci sono automobili in grado di lasciarti letteralmente imbambolato, capaci di aprire lo scrigno dei ricordi, riaccendere emozioni lontane e allo stesso tempo piacevolissime.
Mi rendo conto (e me ne scuso) di metterci molto, troppo miele… ma questa Giulia Zagato SWB ha scatenato una tempesta perfetta di ricordi, riportandomi in un istante all’autunno del 1963.

Monza, 24 novembre 1963, quella domenica ero un bambino felice.
Sedevo emozionatissimo sulla tribuna centrale di Monza per assistere per la prima volta ad una corsa automobilistica. Ho dei ricordi chiarissimi di quel giorno, pochi fotogrammi ma assolutamente nitidi.
Lo schieramento della categoria GT vedeva al via una Ferrari, una Maserati e ben quattro debuttanti Alfa Romeo TZ, ove TZ stava per “Tubolare Zagato”. I piloti del Biscione erano Bandini (nella fotografia a lato, che vinse la classe 1.600 cc.), Baghetti, Bussinello e Sanesi.

Che dire… io assistevo incantato.
Quelle quattro Alfa Romeo Zagato erano una meraviglia per gli occhi e l’emozione trasmessa da quella brevissima gara (sei giri appena) fu tale da segnare e indirizzare definitivamente la mia vita.

Facciamo ora un salto di quasi sessanta anni. Nel 2021, in occasione delle celebrazioni per il Centenario della collaborazione tra Alfa Romeo e Zagato (iniziata addirittura nel lontanissimo 1921 con la TIPO G1) il “carrozziere” milanese aveva scelto di ricordare questo importante anniversario con la creazione di un nuovo modello.
L’idea era quella di abbinare il leggendario motore 6 cilindri, nella sua ultima evoluzione GTAm, con una carrozzeria due porte Coupé Zagato, in fibra di carbonio e passo accorciato. Ammiccando così al periodo forse più “favoloso” delle Gran Turismo, quel decennio a cavallo tra gli anni “50 e “60 del secolo scorso.
Il progetto incontrò subito l’interesse di un cliente tedesco, un collezionista con
molte vetture del Biscione in garage. Un vero “purista”, appassionato di modelli Granturismo Zagato, tra cui l’Alfa SZ del 1990 (che guida regolarmente) e numerose Aston Martin Zagato di ultima generazione.
Un DNA dunque perfetto per tenere a battesimo questo nuovo capitolo della leggendaria storia delle due aziende milanesi.
Sin dai primi approcci, il cliente richiese di aggiungere un ulteriore tocco di esclusività al progetto, scegliendo di partire dalla Giulia Quadrifoglio, aggiornata da Zagato con contenuti GTAm, per mantenere il cambio meccanico a 6 rapporti.

Per quanto riguarda, il design, se per il Centenario della Fondazione di Alfa Romeo (1910 – 2010), Zagato scelse il tema “TZ”, realizzando la TZ3 Corsa con motore 8C, per questo nuovo doppio anniversario il tema è stato invece “SZ”.
Va detto che TZ ed SZ vantano due linguaggi di design diversi ma entrambe interpretano alla perfezione il concetto Zagato di Granturismo. E se il cuore di chi scrive batte forte per la vecchia TZ, non si può tuttavia nascondere che il design della Giulia SWB (Short Wheel Base, cioè passo corto) attinge a piene mani nell’eredità dei modelli Alfa Romeo SZ, a partire dalla versione Codatronca, nata nel 1961, che all’epoca dominò la sua Categoria sulle piste di tutta Europa prima dell’avvento della sorella maggiore Giulia Tubolare Zagato.                                                                                                                                                                        Al contrario della SZ del 1990 (basata sulla Alfa Romeo 75 Evoluzione non aveva il passo corto), questo nuovo prototipo è stato denominato “SWB” perché sviluppato internamente da Zagato dal pianale modulare Giorgio di Giulia e Stelvio, ottimizzandone sbalzi e passo, proprio, nel solco della tradizione Zagato.

Il processo di Design è stato svolto secondo l’idea Zagato di “team-work”, chiedendo sin dall’inizio il supporto di Alejandro Mesonero (Head of Alfa Romeo design) e del suo team: “Il risultato – ha dichiarato Mesonero – è una vettura che si colloca perfettamente nel percorso storico dei due marchi, dove il primo obbiettivo era ed è quello di coniugare la bellezza alle prestazioni. Alfa Romeo “SZ” è una sigla che evoca emozioni, radica le sue origini nella storia profonda dei carrozzieri, quella delle vetture fatte con la cura sartoriale di chi veste in modo speciale una meccanica. Secondo il pensiero e la cultura di quegli atelier che, come Zagato, hanno interpretato il marchio del Biscione.
La filosofia di questa nuova SZ 2023 è quella del 1960, fatta di una carrozzeria guidata dalla semplicità, dall’aerodinamica, dall’alleggerimento fisico. La nuova SZ propone un corpo dinamico, semplice, dove delle linee lunghe corrono dal frontale sino al posteriore dove danno vita ad una muscolosità forte ma discreta al tempo stesso. Il frontale è caratterizzato dal concetto 3+3 dei proiettori, ampiamente raccontato sulle nuove Alfa Romeo ma anche nella SZ degli anni 90.
La cabina, totalmente in carbonio, ripropone un altro elemento caratteristico del marchio grazie alle due gobbe sul tetto, alla ricerca della riduzione dell’altezza, migliorando l’aerodinamica senza influire sull’ergonomia interna. Al posteriore domina la “coda tronca”, soluzione di stile tipica della carrozzeria Zagato, aerodinamica e visivamente molto potente”.
A questo punto vale la pena ricordare che le “gobbe” sul tetto, appena accennate sulla Giulia Zagato SWB, comparvero per la prima volta sulla Fiat 8V Zagato del 1955 e successivamente su molte altre opere dello stilista lombardo, diventandone per un lungo periodo una vera e propria “firma” stilistica.

L’ideazione, lo sviluppo e la produzione della nuova vettura sono state interamente ed autonomamente eseguite dall’Atelier milanese senza supporti esterni. La presenza del marchio Alfa Romeo sulla vettura è pertanto a soli fini descrittivi, per sottolineare la scelta di Zagato di ispirarsi all’Alfa Romeo SZ di un tempo.
Questo eccellente esempio dello stile e della cultura italiana dell’automobile, chiude alla grande un anno importante per Zagato e suggella una collaborazione che, nel corso di oltre 100 anni, ha dato vita a più di 150 modelli di assoluto valore, apprezzati ed amati in ogni angolo del pianeta.

“Per lo shooting fotografico abbiamo scelto il circuito “La pista” di Arese ex Alfa Romeo – ha dichiarato Andrea Zagato, Amministratore Delegato ZED – dove sono nate le Giulietta SZ e le Giulia TZ. Siamo estremamente soddisfatti della collaborazione avuta in tutto questo periodo con Centro Stile Alfa Romeo il lavoro di squadra è stato perfetto anche con il reparto Marketing e Comunicazione. E’ stata un esperienza esaltante, che ha confermato come l’abbinamento Alfa Romeo e Zagato sia un classico assoluto del collezionismo”.

All’inizio degli anni Sessanta nacque il progetto di una vettura sportiva (presentata al salone di Torino del 1962) caratterizzata da un telaio tubolare e da una carrozzeria molto aerodinamica in lega leggera.
Il telaio tubolare al nickel-cromo era costruito dalla SAI Ambrosini di Perugia, la carrozzeria in lega leggera da Zagato, le parti meccaniche provenivano dall’Alfa Romeo Giulia TI.
Il tutto venne assemblato dalla società Delta di Udine, con l’ingegner Carlo Chiti a capo del progetto. Presto quella azienda divenne Autodelta, e si trasferì a Settimo Milanese, alle porte di Milano.
L’obiettivo era costruire una vettura da competizione leggera ma rigida, dall’aerodinamica efficace. Il contributo di Zagato fu essenziale: proseguendo gli studi sulla coda tronca iniziati con la Giulietta SZ, l’Atelier milanese riuscì a ottenere un ottimo risultato anche dal punto di vista del peso. In parallelo l’Autodelta elaborò il quattro cilindri 1,6 litri della Giulia TI portandolo fino a circa 160 CV, con l’adozione di due carburatori Weber doppio corpo da 45 e facendo crescere il rapporto di compressione che da 9,7:1 a 11,4:1.
Al Salone di Torino 1964, mentre la TZ scorazzava sulle piste di tutta Europa, presso lo stand Zagato venne esposta la Giulia TZ 2, logica evoluzione del modello. Si tratta di una vettura con aerodinamica più raffinata ed estrema (disegnata da Ercole Spada) che merita un posto d’onore tra le Alfa Romeo che hanno fatto la storia delle competizioni automobilistiche.