Di grande fascino seppur un po’ datata, la Maserati Ghibli introduce una versione
“light hybrid”. Il quattro cilindri 2 litri turbo ibrido sprigiona 330 cavalli e garantisce
emissioni e consumi contenuti, in un ambiente elegante e ben rifinito sin nei dettagli

di Vittorio Gargiulo
Le prestazioni sono senz’altro adeguate a un’auto del Tridente e, seppur un pochino datata, la Maserati Ghibli mantiene tuttora gran parte del fascino che si conviene ad un’automobile che porta un nome così “pesante” ed iconico. Un’eredità che giunge da molto, molto lontano. Ma procediamo con ordine.
Per scoprire il motivo del fascino di una Maserati che si chiama Ghibli si deve risalire a quando non si parlava di emissioni e la bellezza, o meglio la “grande bellezza”, era il campo di battaglia quotidiano di un manipolo di “Cavalieri del Design”, tutti clamorosamente bravi e tutti clamorosamente italiani. Era il 3 novembre del 1966 quando la prima Ghibli fece il debutto in società, presentandosi nel “salotto buono dell’auto”, ovvero al Salone di Torino.
Il nome è quello di un vento forte e caldo del Nord Africa. Una tradizione, quella delle Maserati battezzate con i nomi dei venti, che tanti anni fa ci ha regalato anche altri capolavori quali le coupé Mistral e Bora e che si rinnova ancora oggi con Grecale, ormai prossima all’atterraggio sul mercato.

Firmata da Ghia (famoso carrozziere allora ancora indipendente e fuori dall’orbita Ford) e dovuta alla geniale matita di un giovane Giorgetto Giugiaro, la Ghibli del 1966 era bella da togliere il fiato.
Sportivissima e al contempo di gran classe.
Un felice compromesso tra aggressività ed eleganza che fece scuola e segnò indelebilmente il design delle Gran Turismo che sarebbero venute dopo. Dal 1966 qualsiasi designer che abbia dovuto affrontare il tema “coupé a motore anteriore” non ha potuto prescindere dallo Maserati Ghibli di Giugiaro.
Il dettaglio stilistico più significativo, che segnava un deciso cambiamento rispetto al passato, era il tentativo di integrare i volumi: non c’è distinzione tra corpo vettura e abitacolo, che non è né separato né sovrapposto, bensì allineato in un’unica superficie. Nonostante le linee siano molto tese la creatività di Giugiaro ha permesso di non scivolare verso uno stile troppo “racing” ma di conservare invece un’aureola di gran classe. Lusso e potenza, comfort e prestazioni.
Come si diceva: un felice compromesso.


Ghibli venne lanciata sul mercato nel 1967; il motore era nuovo, basato sull’esperienza dell’8 cilindri (utilizzato sulla Mexico) e capace di erogare una potenza di 330 cavalli nella versione 4.700 cc, a cui fece seguito nel 1970 una più prestazionale versione da 4.900 cc., denominata Ghibli SS.
In tutto, tra il 1967 e il 1972, furono prodotte 128 Ghibli Spyder (presentata nel 1969) e oltre 1.200 Ghibli coupé. Un esemplare fu persino acquistato da Henry Ford Jr. e la leggenda narra che fu posizionata presso il Ford Product Development Center di Detroit, quale fonte di ispirazione ed esempio da seguire.

Ma torniamo al “felice compromesso” a cui abbiamo accennato poco fa.
Nel 2013 Maserati decise infatti di presentare un nuovo modello, riproponendo il nome Ghibli per una berlina sportiva, dando così vita ad un’altra storia di successo.
E se l’aggressività immersa nell’eleganza fu la chiave del successo della Ghibli anni 60, oggi accade più o meno il contrario. Trattandosi infatti di una berlina si è partiti da eleganza e lusso per poi immergere il tutto in una salsa molto sportiva e performante.
Senza particolari modifiche dal punto di vista stilistico (l’auto è un po’ invecchiata ma sempre assai accattivante) nel 2021 è poi arrivata sul mercato la versione ibrida di Ghibli, con l’idea di aggiungere prestazioni e allo stesso tempo di ridurre i consumi.
La nuova Ghibli Hybrid si basa sull’evoluzione telaistica della Ghibli V6 ma ora c’è un motore due litri a 4 cilindri affiancato ad un sistema Hybrid da 48 volt, che permette anche di recuperare l’energia in decelerazione e in frenata.
Il risultato raggiunto è quasi perfetto: si mantiene la stessa brillantezza di motore ma si riducono i consumi, rendendo la versione Hybrid della Ghibli più efficiente di quelle equipaggiate con i motori V6, sia benzina che diesel. Il sistema ibrido permette infatti di avere la stessa ripresa della versione diesel unita alla potenza e all’accelerazione del V6 benzina da 350 CV. Ciò comporta un notevole risparmio delle emissioni di C02, che si riducono di più del 25%, sia rispetto alla versione benzina che a quella diesel (dati WLTP).
Sul fronte dei consumi si arriva ad un risparmio superiore al 20% rispetto alla versione V6 da 350 cavalli, pur mantenendo lo stesso livello di prestazioni.

Il sistema ibrido 48 volt Maserati è costituito da quattro elementi: BSG, batteria, eBooster e un convertitore DC/DC. Il BSG (Belt Starter Generator) svolge la funzione di un alternatore, permette di recuperare l’energia in frenata e decelerazione e va a caricare la batteria posta nel vano baule che a sua volta serve per alimentare l’eBooster di cui è dotato il motore. Lo scopo della presenza di un compressore elettrico sulla vettura è quello di aiutare il turbocompressore classico, lavorando in serie con lo stesso, supportando l’erogazione di potenza del motore ai bassi regimi.
Nel segmento delle berline ibride l’accoppiata BSG/eBooster è qualcosa di unico e permette di aggiungere sprint anche quando il motore va a pieno regime in modalità sport, mentre in modalità normale serve a dare equilibrio a consumi e prestazioni.
Per accontentare i puristi vale anche la pena ricordare che, nonostante l’ibridizzazione, il suono della Ghibli è rimasto quello tipico di ogni vettura del Tridente. Un risultato raggiunto senza l’uso di amplificatori ma soltanto lavorando sulla parte fluido dinamica degli scarichi e con dei risuonatori, che vengono sintonizzati per dare il tipico sound.
Come le altre versioni della Ghibli, la Hybrid è equipaggiate con il cambio automatico a otto rapporti ZF presente anche sulla Quattroporte e su Levante. La vettura ibrida pesa meno di quella con il 6 cilindri, ma soprattutto ha una migliore distribuzione dei pesi, grazie al fatto che il motore è anteriore e la batteria collocata nella zona posteriore.
Per parte sua la scocca, realizzata attorno a una cella in acciaio rigida ed estremamente sicura, utilizza una serie di diverse leghe di alluminio e di acciaio per massimizzare la resistenza, minimizzare il peso e conservare la perfetta ripartizione dei pesi della berlina sportiva.
Per aumentare la sicurezza degli occupanti, Maserati Ghibli Hybrid utilizza acciaio formato a caldo nelle aree critiche dell’abitacolo e, per risparmiare peso, alluminio nelle aree a minore criticità.
Le barre anti-intrusione all’anteriore e al posteriore sono realizzate in alluminio estruso. Porte e cofano motore sono in alluminio.
La configurazione delle sospensioni a quadrilatero con doppio braccio oscillante è una consolidata tradizione di Maserati. Ghibli raccoglie questa eredità, incorporando però nuove tecnologie, a cominciare dal quadrilatero con doppio braccio oscillante totalmente in alluminio in posizione rialzata all’anteriore per garantire un handling agile e preciso.
Per le sospensioni posteriori è stato adottato un sistema multilink a cinque bracci, provvisto di quattro bracci di sospensione in alluminio.
Sul fronte freni segnaliamo che Ghibli Hybrid presenta dei dual-cast ventilati e forati da 360×32 mm, con pinze fisse Brembo in lega a sei pistoncini sull’asse anteriore; al posteriore sono alloggiate pinze fisse Brembo in lega a quattro pistoncini con dischi da 345×28 mm.
Come dicevamo dal punto di vista estetico poco è cambiato in questa versione, caratterizzata da alcuni dettagli di colore blu, quello che è universalmente diventato il simbolo della mobilità pulita. Hanno un profilo blu le tre classiche prese d’aria sul parafango anteriore, come blu sono le pinze dei freni Brembo e la saetta nel logo sul montante.
La nuova griglia si presenta cromata nella versione Gran Lusso e Nero Black Piano nella versione GranSport. E’ leggermente cambiato anche il look posteriore dove è stata sviluppata una nuova linea di fanali con uno stile definito boomerang, ispirato a molte Maserati del passato.
L’abitacolo è un salotto di grande comfort con rivestimenti pregiati… nulla di nuovo sotto il sole, siamo in piena tradizione Maserati. Nella versione Hybrid (allestimento GranSport) gli interni trasmettono un senso di comodità e sportività al tempo stesso, a partire dai sedili anteriori, in pelle, con regolazione elettrica a 12 vie e dal volante con palette del cambio in alluminio. La finitura della plancia è in legno laccato Black Piano.
Una volta al volante è difficile non innamorarsi di questa berlina: è senza dubbio una “vera” Maserati. La lunghezza importante (circa 5 metri) non aiuta nella guida in città, anche se la ripresa è fluida e le ottime sospensioni lavorano bene anche tra le sconnessioni delle nostre strade urbane. Ma è fuori dalle mura cittadine che Ghibli offre il meglio di sé. Il motore spinge bene, quasi oltre l’aspettativa, la tenuta di strada è ottima, freni e cambio automatico (fluido, silenzioso e senza vibrazioni) sono di gran livello e garantiscono una guida entusiasmante… ma senza rinunce in termini di comfort. Per parte sua lo sterzo è rapido e preciso.
C’è da aggiungere che l’introduzione del nuovo pacchetto di ADAS attivi rende Ghibli ovviamente più sicura in diverse condizioni di traffico, ma rimane estremamente piacevole “sentire” la vettura, controllarla e gestirla. In altre parole: “guidare” nel vero senso del termine. Infine, segnaliamo che l’auto è molto ben insonorizzata e questa è virtù che si apprezza soprattutto in autostrada.
La Ghibli GranSport Hybrid parte da un prezzo base di 86.100 euro ma sono tanti gli optional da aggiungere. L’auto in allestimento GranSport della nostra prova ha un costo di 117.515 euro.

La Ghibli Hybrid dispone del sistema multimedia di ultima generazione MIA (Maserati Intelligent Assistant). Il cuore del sistema sfrutta la potenza del sistema operativo Android Automotive mentre lo schermo HD del sistema MIA passa a 10”1 (con una proporzione di 16:10). Nella parte alta del display è poi stata introdotta una curvatura del vetro per rendere il tutto meno spigoloso e più elegante.
Sulla versione base della Ghibli Hybrid è di serie l’impianto audio HarmanKardon da 280 W con otto altoparlanti mentre come optional sono disponibili l’impianto audio Premium Harman Kardon e Premium Surround Sound Bowers & Wilkins.

La Ghibli degli anni 60 vive oggi ha una carriera di tutto rispetto nel mondo del collezionismo. Un esempio? La bella rossa del 1971 (numero di telaio AM115492278) che vedete è una delle 425 Ghibli prodotte con le specifiche SS. È stata oggetto di un restauro “basico” da Kenosha (Wisconsin, USA) e presenta degli spettacolari interni. L’auto rappresenta un ottimo punto di partenza per un restauro più dettagliato e approfondito. E se vi piace così tanto da non poter resistere… sappiate che è in vendita per 215.000 presso il sito specializzato www.classicmotorsforsale.com
