La Mini Clubman D, specialmente in versione Yours, presenta un livello di ricercatezza nelle finiture che è difficile trovare nella nuova generazione elettrificata. Riuscirà il costruttore anglo-tedesco a portare questo approccio anche nella nuova era?

di Marco Cortesi

Al di fuori dei marchi di lusso e di hypercar varie, Mini è uno dei pochi brand che tiene alta la bandiera della ricercatezza fine a sè stessa. O, meglio, fine al piacere di chi ne beneficia.
In un mondo dell’automotive che punta deciso verso le nuove tecnologie, anche a costo di compromettere la qualità dei materiali e il feeling “speciale” di chi guida, la casa anglo-tedesca rimane uno degli ultimi approdi realmente “emozionali”.
Basta entrare nella Mini Clubman Yours per capirlo.
Il livello di finitura degli interni è superiore a qualunque altra concorrente, presentando forme e materiali ricercati, studiati sia a livello di sensazione che di materiali e colori. In certe zone dell’abitacolo, come ad esempio quella della giuntura portiera-cruscotto, si trovano anche sei, sette tipologie di materiali diversi.
I cerchi in lega da 18 pollici non solo presentano inserti in blu di grande qualità, ma hanno perfino il canale interno e gli inserti per i dadi dipinti a contrasto. E’ un livello che forse ci dovremo abituare a vedere solo su vetture di altissimo prestigio, Rolls Royce o Bentley per intenderci.
Perché quando ci sono enormi avanzamenti dal punto di vista della propulsione o delle piattaforme, lì si concentra la competizione tra i costruttori ed inevitabilmente ciò che c’è di “voluttuario” ne risente. Al contrario, quando la tecnologia si stabilizza, rimangono tempo e risorse per la ricerca dei dettagli, l’affinamento delle sensazioni, dell’eccellenza nelle finiture.

Mini Clubman D

Agli albori di una nuova era si bada al sodo, a fare quanti più passi avanti possibile nel più breve tempo possibile. Per questo, molte vetture della nuova ondata elettrica faticano a mostrare personalità e ad ispirare una sensazione “speciale” a chi le guida. Sedersi sui sedili in pelle con finiture a contrasto e cuciture a rombo della Mini dà una sensazione diversa da quella di sedersi su un sedile ipertecnologico, pur progettato per la totale e completa ergonomia.
Per capirci: la poltrona del dentista è progettata per essere avveniristica, ergonomica, con una totale pulizia di design. Ma, se ci viene data l’opportunit à di scegliere… optiamo senz’altro per il divano di casa.
Ecco, Mini oggi propende con decisione verso il modello “divano con camino acceso”. E’ il suo imprinting, e sarà necessario mantenere lo stesso approccio anche nella nuova era, per non rischiare di perdere la personalità, che è una delle cose più importanti per questo marchio.
Se Mini riuscirà nell’intento, potrà forse contribuire a invertire la rotta che vede un preoccupante trionfo dell’efficienza sul benessere irrazionale e sulla “pancia”…nel senso di sensazione e non di adipe…

La Clubman per certi versi rappresenta il miglior compromesso dimensionale e di praticità del mondo Mini, mantenendo il feeling visivo delle versioni hatch pur aumentando dimensioni, comfort e capacità di carico. L’anteriore è quello classico Mini, con la grande calandra e i fari tondi, solo leggermente allargato, mentre il posteriore riprende il layout storico della Clubman con le due porte separate. Nel mezzo sta la scelta di adottare una configurazione a quattro porte “normali” che non impatta troppo sulla personalità, anche perché le proporzioni, le forme e il rapporto tra luci e lamiere sono pensati per creare compattezza e dinamicità.

L’interno, come detto, è il punto forte della configurazione Yours.
Le plastiche morbide, gli inserti in pelle e con effetto carbonio, le cromature, i dettagli di pregio creano un ambiente ricercatissimo, sottolineato ad esempio dalle luci interne e dalle grandi “griglie” degli altoparlanti, che inglobano le maniglie. Il design mantiene il classico strumento circolare centrale con il monitor che controlla tutte le funzioni dell’infotainment. Più in basso, i comandi del clima e i classici interruttori Mini, realizzati con grande cura, non fanno pesare la loro età.
Nuovo è invece il display LED del cruscotto che mostra le informazioni principali, mentre anche il volante è stato evoluto con pulsanti “flat” in plastica lucida. Fortunatamente, Mini non ha ceduto alla moda dei controlli touch, unendo stile high-tech ed ergonomia. Al posteriore, lo spazio a disposizione è buono, considerando i soli 427 centimetri di lunghezza della vettura, e pur non essendo da record, il vano bagagli ha una forma regolare e si presta ad essere riempito fino al tetto con facilità. Questa è una macchina con cui si può convivere per tutte le proprie necessità.

In strada, il comportamento è prettamente Mini, diretto e comunicativo.
Si può guidare in maniera sportiva e appagante, ma anche andare in tranquillità, compromettendo il comfort solo in minima parte. E’ un’auto sportiva ma non cattiva: la sportività non si ottiene con l’aggressività, ma con la sincerità delle reazioni. Chi guida ha così l’idea di avere un ampio margine, una sensazione che si percepisce di solito su sportive e supercar. Ciò deriva anche dall’impiego della piattaforma UKL2, pensata anche per auto più grandi e pesanti, e quindi sovradimensionata.
Il propulsore diesel 2.0 da 150 cavalli spicca per spinta e allungo, e mostra in pieno il punto di arrivo di anni di sviluppo sui motori a gasolio, con consumi parchi e prestazioni eccezionali. Peccato che per questa tecnologia il punto d’arrivo rappresenterà anche una fine non troppo gloriosa, e forse non del tutto meritata.
Per il capitolo cambio, la Cooper D è equipaggiata con l’automatico Steptronic con convertitore di coppia, eccellente in modalità completamente automatica, anche quando si guida sportivamente, ma non particolarmente adatto per l’utilizzo con la funzione manuale tramite leva. Offre il meglio di se lasciandolo fare da solo.

La qualità costa. Con una configurazione particolarmente ricca (che include il doppio tetto apribile in vetro) come quella che abbiamo provato, si va ben oltre quota 40.000€.

Ma se queste cifre possono apparire ragguardevoli, vengono in mente ben poche vetture con uno standard qualitativo e di finitura altrettanto elevato nella stessa fascia di prezzo. E con un diesel Euro 6D con AdBlue, anche la tenuta del valore,  dovrebbe essere assicurata.

Per quanto riguarda l’assistenza alla guida si apprezza il miglioramento degli standard rispetto al passato, anche se in Mini si è rimasti indietro rispetto ai concorrenti. E’ arrivata finalmente la frenata automatica d’emergenza, ma l’uscita di corsia è segnalata solo in modo “soft” senza interventi per riportare la macchina all’interno delle linee, e non c’è ancora la possibilità di monitorare l’angolo cieco. Viceversa, è positivo il cruise control adattativo con funzione stop&go.