Bellissima, veloce e muscolosa, la Cielo si inserisce in una dinastia di Maserati
che hanno lasciato il segno nella storia delle vetture aperte…
e avrebbe senz’altro conquistato il cuore del creatore della Cobra

Avete presente Carroll Shelby?
Si, proprio lui, il geniale pilota e tecnico americano, il creatore della mitica Cobra, il personaggio la cui leggenda è stata rinfrescata dal bel film del 2019 “Le Mans 66 – La grande sfida – Ford vs Ferrari”.
Un signore che di automobili aperte, di roadster se ne intendeva davvero… già, ma che c’azzecca Shelby con la bellissima nuova “scoperta” di Maserati?
La relazione c’è e risale al periodo in cui Shelby, prima di divenire costruttore e consulente Ford, era stato un ottimo pilota. Gareggiò anche in alcuni Gran Premi di Formula 1 (con Aston Martin e, guarda caso, Maserati) ma i grandi successi arrivarono con le vetture sport, in una carriera culminata con il trionfo alla 24 Ore di Le Mans del 1959, al volante di una Aston Martin, in coppia con Roy Salvadori.
Shelby era però afflitto da un problema cardiaco, che lo accompagnava sin dalla nascita, che gli impose di lasciare le corse per dedicarsi alla sua azienda e creare, solo qualche tempo dopo, una delle vetture “scoperte” più iconiche della storia dell’automobile: quella AC Cobra (divenuta poi Shelby Cobra) che ancora oggi fa battere forte il cuore di appassionati di tutto il globo.
Assodato quindi che Shelby era uno che di auto aperte ne capiva… facciamo un piccolo passo indietro, alle ultime battute della sua carriera di pilota.

Sul finire del 1960, a Laguna Seca, per la sua gara d’addio Carroll scelse ovviamente di gareggiare con una sport aperta… ma non ne volle una qualsiasi.
Non una Aston Martin (con cui aveva vinto molto) bensì una Maserati, una magnifica Tipo 61, rigorosamente rossa, come doveva essere una Maserati da corsa, e con il numero 98.
La Tipo 61 era (ed è) una vettura mitica, passata alla storia per le scelte tecniche ardite e per le linee sinuose e bellissime. Nata come Tipo 60, quella barchetta divenne Tipo 61 quando venne installato un propulsore di maggiore cubatura (un quattro cilindri di 2890 cc, capace di 265 cavalli a 6.500 giri/minuto) e diventò famosa in tutto il mondo con il nome di “birdcage”, ovvero “gabbia di uccelli”, tanto intrecciata era la gabbia tubolare del telaio, costituita da circa 200 piccoli tubi di acciaio al cromo molibdeno. La leggenda narra che fu un giornalista americano ad affibbiarle quel “nickname” con cui l’auto divenne famosissima.
Con quella vettura, infatti, il concetto di telaio tubolare era esasperato e portato probabilmente alla sua massima espressione; si pensi che i tubi che costituivano il fittissimo intreccio non superavano i 10 millimetri di diametro, tanto che in Italia la Tipo 61 fu ribattezzata con il nomignolo di “spaghetti”.

Ma torniamo al 1960 e a Laguna Seca. La competizione, detta Gran Premio del Pacifico, era stata divisa in due batterie da 200 miglia e a trionfare fu Stirling Moss. Shelby, con la sua Maserati numero 98, finì quinto nella prima manche e quarto nella seconda, assicurandosi così la piazza d’onore finale. Ma fu quanto accadde nel dopo gara che ci aiuta a capire più a fondo il personaggio. Carroll dichiarò infatti alla stampa che avrebbe potuto vincere quella dannata corsa se soltanto non fosse stato costretto a rallentare per prendere i suoi farmaci per il cuore… mentre stava guidando!

Ne siamo convinti, erede della “sua” Tipo 61 anche la MC20 Cielo sarebbe enormemente piaciuta a Carroll Shelby.
Bellissima, veloce e muscolosa la Cielo si inserisce in una dinastia di Maserati che hanno lasciato il segno nella storia delle vetture aperte.
Capace di esprimere performance da vera supersportiva, MC20 Cielo offre un piacere di guida “open air”, pur mantenendo tutte le prerogative della sorella maggiore coupé.
E lo fa grazie ad un’innovazione tecnica di tutto rispetto, che merita di essere illustrata in dettaglio: il tetto in vetro elettrocromato. Basta premere un tasto e, in solo dodici secondi, la super sportiva si trasforma aprendo completamente il tetto. Se invece si preferisce assaporare l’atmosfera totalizzante dell’abitacolo, ecco allora che, con un altro semplice tocco, il tetto da opaco diventa trasparente. In un istante. Un altro tocco ancora e la magia si ripeta al contrario.
La tecnologia all’avanguardia PDLC (Polymer Dispersed Liquid Crystal) consente di guardare le stelle nonostante il tetto chiuso; il cambio di trasparenza avviene in un attimo e funziona praticamente a tutte le temperature, mentre l’isolamento acustico permette di rimanere cullati nel comfort più assoluto.
Del resto, l’anima “en plein air” della Cielo si sprigiona già a prima vista attraverso l’esclusivo colore Acquamarina, il colore di lancio disponibile nel programma di personalizzazione Maserati Fuoriserie. La vernice tri-strato ha una base grigia e una mica cangiante acquamarina che interagisce con la luce e si svela in modo sorprendente e iridescente.
La nuova spyder è una vettura dal design elegante e sportivo al tempo stesso, grazie alla purezza delle sue forme e all’aerodinamica raffinata, studiata in galleria del vento, sia quando il tetto è aperto sia quando è chiuso.
Nel design non c’è nulla di superfluo, tutto è funzionale. L’unica concessione “ad effetto” sono le porte Butterfly, che permettono un’entrata e un’uscita dall’abitacolo più comoda, ma nello stesso tempo consentono di ammirare il cockpit in carbonio e la ruota anteriore completamente libera.
Il posto guida della MC20 Cielo è essenziale, funzionale e razionale come quello della versione coupé. Il tunnel centrale è rivestito in fibra di carbonio e ha solo i pulsanti e gli interruttori che sono assolutamente necessari, in modo da non distrarre e assecondare la filosofia minimalista che ha guidato gli stilisti.
La Cielo è equipaggiata con il motore Nettuno, un 6 cilindri a V di 90°, biturbo, di 3 litri a carter secco, in grado di erogare 630 CV a 7500 giri/minuto e ben 730 Nm di coppia a partire da 3000 giri/minuto. La potenza specifica è di 210 CV/litro mentre il rapporto di compressione è di 11 a 1.
Il cambio automatico è un Dual Clutch a bagno d’olio a 8 rapporti con 6 marce di potenza e due di overdrive per consentire le giuste emissioni.
L‘anima di questo motore è l’innovativo sistema di combustione a precamera con doppia candela di accensione, una tecnologia sviluppata per la Formula 1 e ora disponibile per la prima volta in un propulsore destinato ad equipaggiare una vettura stradale.
La vettura offre cinque modalità di guida: WET, GT, SPORT, CORSA ed ESC OFF.
Progettata con cura maniacale, la MC20 Cielo pesa appena 65 kg più della coupé, grazie a un lavoro meticoloso e preciso in ogni sua fase. Oltre all’ottimo rapporto peso-potenza, il telaio in carbonio (lo stesso per tutte le tre configurazioni previste, coupé, spyder e futura versione elettrica) garantisce una rigidità torsionale di rilievo, che permette di coniugare una guidabilità straordinaria in strada e in pista.
L’auto presenta un sistema di sospensioni (regolabili) a doppio braccio oscillante con ammortizzatori attivi. L’archetipo a doppio braccio trasversale garantisce le migliori prestazioni in termini di maneggevolezza e comfort di marcia. Il doppio braccio trasversale semi-virtuale sull’assale anteriore contribuisce invece alla massima precisione di sterzo e attenua le asperità trasmesse dalla strada. Tutti questi componenti sono in alluminio forgiato.
Il nuovo modello aggiunge anche numerosi Sistemi di Sicurezza Attivi. Oltre ai sensori di parcheggio, alla camera posteriore e al blind spot monitoring (già presenti su MC20), sulla spyder vengono introdotte l’autonomous emergency brake, il traffic sign information e una nuova camera a 360°.
MC20 Cielo è dotata inoltre di un sistema optional audio High Premium Sonus faber. Il sistema, già visto sulla MC20, è stato ora ottimizzato per l’abitacolo della spyder, sia nell’acustica che nel posizionamento dei suoi 12 speakers
Da non dimenticare infine che la vita di bordo è gestita dall’ottimo sistema Multimediale MIA (Maserati Intelligent Assistant) e da Maserati Connect.
