Mercedes cerca nel passato lo stimolo per interpretare il futuro
e l’eccellente concept Vision One-Eleven
diventa un esempio concreto di questa tendenza stilistica

di Alessandro Camorali
Fondatore e titolare di CAMAL Studio
In un periodo storico dove la nostalgia regna sovrana l’industria automobilistica sta cercando nel proprio passato lo stimolo per interpretare il futuro, con la stessa ingenuità e spavalderia che si erano scorti tra gli anni “60 e “80.
In questo scenario i cosiddetti modelli “restomod” diventano interessanti e di moda, un piacevole modo di fuggire la realtà banale che invece rappresentava il pane quotidiano dei progettisti e designer durante il boom tecnologico!
In Italia siamo stati maestri di questo filone, eccentrici e concreti allo stesso tempo. I tedeschi però non furono da meno, a volte imitando la nostra pazzia, a volte superandola con un pizzico di pragmatismo teutonico in più. In questo scenario, ora come allora, Mercedes decide di andare oltre al restomod, oltre alla nostalgia, creando un concept nuovo e allo stesso tempo forte, unico nell’interpretazione.
L’ispirazione all’iconico prototipo Mercedes-Benz C111 è chiaro, così come evidenza la Casa stessa, ma in questo caso ad essere riesumato non è tanto un concetto di forma bensì di interpretazione dei volumi. La purezza delle superfici, la rotondità delle sezioni rende la Vision One-Eleven una concept car veramente semplice ed intrigante allo stesso tempo, così come lo era in forma rigida e scolpita la sua antenata.
La capacità di amalgamare volumi così “morbidi”, controllandone le luci riflesse, dimostra un alto livello di competenze di stile ma anche (forse soprattutto) di gestione delle masse e delle superfici tridimensionali.

Questo non è un aspetto secondario al giorno d’oggi, dove il virtuale diventa quasi l’unico mezzo (per una generazione di creativi poco avvezzi al contatto con il modello fisico) che mette a disposizione la capacità di gestire le proporzioni e le volumetrie in un ambiente reale.
Le pance laterali della vettura rappresentano un tutt’uno con la cupola a forma di bolla, già visto anche se interpretato in modo più sportivo in questo caso. La vera maestria è nel come i parafanghi si innestino al volume principale d fiancata, creando un passaggio morbido verso l’anteriore e verso il posteriore. Per parte loro le ruote, di generose dimensioni, sembrano voler spingere il volume segnandone le rotondità. L’anteriore e il posteriore sono definiti da un ellisse squadrato orizzontale che incornicia tutte le funzioni (fari e fanali) non inquinando la pulizia delle superfici circostanti.
Quello che però, personalmente, trovo molto particolare è come un’auto così “rotonda” e pensata per uno sviluppo di interni molto più “arioso” assuma comunque un aspetto sportivo e potente su strada. Lo splitter anteriore, i brancardi laterali e il diffusore a contrasto si affacciano infatti nella parte bassa della vettura come uno skateboard aerodinamico, sottile e sportivo.
Le due prese aria sul cofano donano aggressività e svolgono anch’esse funzione aerodinamica oltre che rievocativa. Le vetrature ampie nella parte superiore, dal parabrezza alle porte e fino al lunotto, donano alla linea un aspetto alieno e sicuramente luminoso all’interno.
Le porte ad “ali di gabbiano” sono invece una cosa già vista ma che ha soprattutto la funzione di richiamo storico al modello d’ispirazione.
Gli interni seguono i dettami moderni, volumi morbidi e tecnologia a vista, schermi incastonati in forme e materiali nobili, che avvicinano sempre di più gli interior designer all’architettura.
I sedili trovano negli anni “70 un’evidente ispirazione di trama e materiali, che li rendono sportivi e anche un po’ eccentrici. Il volante, sempre più simile ad una cloche, si incastona in una plancia che richiama la forma del frontale e del posteriore degli esterni.
Il resto della potenza visiva è data dal contrasto scelto dal team del color&trim, arancione misto a bianco e grigio metallizzato in perfetto stile… disco dance!
Rispetto alla C111 la Visione One-Eleven mantiene il sapore e il colore ma ne stravolge ogni sezione, mantenendo però l’aspetto esplorativo che i prototipi avevano un tempo e che, oggi come non mai, dovrebbero ritornare ad essere.
E non dimentichiamo l’aspetto più importante che ormai però passa in secondo piano… è elettrica!
