Anno dopo anno il Breslau Rally sta diventando un appuntamento di altissimo prestigio.
Questa edizione ha visto al via moto, camion, automobili, ATV e SSV,
per un totale di 268 concorrenti provenienti da moltissime nazioni


Fotografie: Paolo Baraldi Photographer; Yana Stancheva-Actiongraphers; RBI Media Andrius Laucius
La più grande e dura gara fuoristrada d’Europa è partita il 27 giugno dal cuore della città di Zagan, in Polonia.
268 gli equipaggi al via, in rappresentanza di molti paesi europei, pronti ad affrontare cinque tappe terribili anche in notturna.
Cinque giorni di sfida con un roadbook che ha guidato i concorrenti attraverso foreste, pianure, lande umide e distese di sabia. Davvero una grande varietà di terreni e paesaggi, oltretutto concentrati in uno spazio tutto sommato ridotto.
Molti i debuttanti, arrivati a questa manifestazione con molte e varie esperienze alle spalle: tanti gli specialisti dei deserti e gli specialisti di percorsi di montagna… ma la domanda era: chi si sarebbe adattato meglio alle condizioni davvero “uniche” del Breslau Rally.
Due fattori importanti hanno dato un’impronta al rally 2022: da un lato la convivenza con esercitazioni pressoché continue dell’Esercito e dall’altro la “navigazione”, che si è rivelata un fattore cruciale, molto più che nelle passate edizioni.
I pesanti tagli al percorso e le modifiche dell’ultimo minuto dovute ai movimenti dell’Esercito hanno tenuto banco alla vigilia ma comunque il rally ha riproposto (anche ai più esperti di questa gara) paesaggi e problemi molto diversi tra loro, soprattutto a causa della foltissima vegetazione e della scarsa visibilità che ne conseguiva.
Ciò ha comportato una grande responsabilità da parte dei navigatori, assurti al ruolo di protagonisti assoluti. Mai come in questo caso è stato importante l’affiatamento tra pilota, navigatore e assistenza.
Le foreste di Miastko e di Borne Sulinowo, ad esempio, sono completamente diverse tra loro. L’area di Borne presenta alberi altissimi e una grande densità di vegetazione che poi, improvvisamente, sfocia in grandi e aperte distese sabbiose.
Al contrario, la foresta Miastko è caratterizzata da una grande quantità di querce e da terreni più argillosi.
Si tratta di due tra gli svariati tipi di sfide proposte ai concorrenti, anche durante prove speciali notturne incredibilmente insidiose, come quella (famosa) di Breslavia, che presenta 60 chilometri cronometrati nel buio nero che più nero non si può.
Senza contare i clamorosi e famosissimi stagni e le paludi nell’area di Drawsko, la vera “firma” del Braslau Rally, che rappresentano senza dubbio il set fotografico più spettacolare e frequentato della competizione polacca.
Gli organizzatori amano dire “se sei competitivo qui lo sarai ovunque”… e probabilmente è vero!
E poi c’è il famoso poligono di Czarne, che propone problemi del tutto diversi.
Laggiù si tratta di spalancare il gas, derapare in curva e saltare su ogni dosso come non ci fosse un domani. Qui il feeling con il proprio veicolo deve essere al massimo, tra sterrati (perlopiù sabbiosi) velocissimi e curve molto aperte. In questo caso si tratta di prove speciali veramente da “pelo”.
L’unicità del Breslau Rally sta principalmente qui: proporre terreni e problemi così diversi in sequenza continua, senza tregua.
La sfida è certamente per i mezzi ma soprattutto per gli equipaggi. Dal primo metro non si può mollare di un millimetro la concentrazione, tant’è vero che molti ormai considerano questo evento un “mental game”, una vera “sfida mentale”.

La più grande corsa fuoristrada d’Europa si è quindi conclusa venerdì 1° luglio, dopo 5 giorni e mezzo di gara per più di mille chilometri durissimi.
Il Rally 2022 alla fine si è giocato tutto nella tappa notturna della tarda serata di giovedì 30 giugno, una battaglia finale che ha determinato i vincitori nelle diverse classi e categorie.
Al termine del rally, il direttore di gara Alex Kovatchev era ovviamente stanchissimo ma felice: “È stata davvero una grande sfida organizzare e gestire la gara. Con situazioni politiche ed economiche molto complicate e con molte altre situazioni di crisi in Europa. Penso che questa edizione sia stata la più difficile in tutta la mia lunga carriera… ma penso anche che ce l’abbiamo fatta, e ce l’abbiamo fatta molto bene, secondo i più alti standard internazionali della RBI Series. Ho visto che i concorrenti erano contenti e ciò rende felice anche me!”.
Ora, dopo un breve riposo, l’attenzione degli specialist è già rivolta alla prossima gara della cosiddetta “RBI Series”. Se tutto procede secondo i piani, all’inizio di ottobre ci sarà la decima edizione del famoso Balkan Offroad Rally, che si svolgerà nella bellissima zona di Sibiu in Romania.

Nella classe ATV c’è stata una chiara supremazia dei piloti di casa e della Polaris, con il successo Rafal Jawien, mentre nella classe SSV ha prevalso l’olandese Michiel Becx con il suo Arcane T3.
Nella classe Car Cross-Country, e più in particolare nel gruppo “Open”, dominio dell’estone Urvo Mannama, in testa dall’inizio alla fine con il suo fantastico Century Desert.
Il polacco Piotr Borys, al volante di una Mitsubishi Pajero, ha invece trionfato nella classe Cars Limited. Infine, tra i camion Cross-Contry ha primeggiato Benjamin Kittler su KAT 1A.


Per quanto riguarda la categoria Extreme, la lotta è stata tra piloti francesi. Si è trattato di un duello fino agli ultimi metri, quando Romain Porchere (Construmental Proto) ha avuto la meglio su Benoit Bonnefoy (Mercedes). Nel gruppo delle vetture Limited la vittoria è andata al tedesco Oliver Schwermann su Land Rover. Dopo una lunga battaglia Stefen Braun (Unimog) ha fatto sua la classe Small EX Trucks precedendo di ben 5 ore (!) l’estone Urmas Uffert (MOG Proto). Nella classe EX (i grandi autocarri) la vittoria è arrisa all’olandese Henri Verhoeven con Ginaf.
