Peugeot 9X8, è un insieme di parti meccaniche unite in modo organico e naturale,
la tecnica che si trasforma in estetica, lo stile che si piega alla funzione… e i parafanghi sono un capolavoro

di Alessandro Camorali (titolare Camal Studio)
Ricordo con il sorriso le innumerevoli discussioni vissute negli anni tra tecnici e designer, gli scontri per trovare compromessi accettabili tra stile ed efficienza tecnica, una crasi impossibile per l’una e per l’altra parte.
Sembra però che alla Peugeot qualcuno abbia trovato finalmente la formula magica per far coesistere le due facce della stessa medaglia!
L’automobile in questione, la Peugeot 9X8, è un insieme di parti meccaniche unite in modo organico e naturale, la tecnica che si trasforma in estetica, lo stile che si piega alla funzione.
Devo ammettere che fin dal primo sguardo ho apprezzato lo sforzo e il magnifico risultato di un team sicuramente affiatato e capace di superare le proprie distanze “culturali” a favore del risultato finale. Ultimamente molte auto da pista stanno diventando dei veri oggetti d’arte, dei laboratori di stile per sperimentare nuove soluzioni estreme, estetiche così come tecniche, proprio come accadeva negli anni d’oro delle corse.
Pensiamo agli sport prototipi di qualche decennio fa, alle sfide tra Ford e Ferrari nel far correre le auto più potenti ma anche le più belle, attraverso forme sinuose disegnate dal vento quando l’aerodinamica non era ancora il risultato di un freddo calcolo al computer ma si definiva per prove e intuizioni.
Il corpo vettura della Peugeot 9X8 è basso, come si conviene nella categoria, mentre una cupola svetta e si amalgama al volume principale sbilanciata verso l’anteriore. Il fianco è disegnato dalle esigenze aerodinamiche ma anche dallo stile, un motivo attraversa in diagonale la lunghezza da ruota a ruota incuneando visivamente l’anteriore.
A parer mio sono però i parafanghi la vera opera d’arte; dalla vista laterale si possono vedere due zone spiattellate in prossimità delle creste dei parafanghi che celano una soluzione molto interessante, sia tecnica che estetica. La funzione, ossia lo scarico d’aria dall’interno del vano ruota verso l’esterno, diventa motivo di stile creando un’ampia apertura disegnata nella parte superiore. Con un gioco di movimenti tridimensionali, di alette e di “vuoto”, i parafanghi colgono l’occasione di reinterpretare un’esigenza aerodinamica trasformandola in naturalezza estetica.


L’anteriore ha un attacco molto alto, lasciando un ampio spazio fino a terra, una soluzione aerodinamica anche in questo caso, che però lascia margine ai designer per alleggerire il frontale ed enfatizzarlo con alette e inserti, come ad esempio il pilone centrale di sostegno dello splitter e i tre proiettori verticali.
Il posteriore è sicuramente la parte di maggior impatto visivo, tre setti in plexiglass retroilluminato fendono il volume posteriore del parafango e spingono all’estremo il concetto dei famosi graffi del leone (già family feeling sui veicoli di produzione del brand francese).
Gli interni sono crudi e moderni, come ci si aspetta per un veicolo da gara. Il contrasto squadrato degli elementi crea una dicotomia interessante con le forme più sinuose e raggiate del corpo vettura sull’esterno. Per canto loro i colori acidi dei rivestimenti conferiscono un linguaggio pop e molto attuale.
In questa vettura (o meglio “hypercar”) ogni dettaglio è curato, dalle parti funzionali in carbonio, come splitter e diffusore, fino alle alette e agli inserti.
Nulla è lasciato al caso, lo stile dei cerchioni così come le grafiche, tutto fa parte del concept.
Dai miei mentori ho sempre sentito ripetere che ci si impiega lo stesso tempo per fare una cosa bene o per farla male… quindi tanto vale farla per bene!
E per la 9X8 è proprio il caso di sottolineare che il lavoro è stato fatto molto bene.
Chapeau!

La Peugeot 9X8 ha vinto il “Gran Premio per la più bella Hypercar dell’anno” al 37° Festival Automobile International. “Sono molto orgoglioso di vincere questo premio, che è un riconoscimento al lavoro dei team Design e Peugeot Sport, che hanno lavorato insieme a questo progetto – ha affermato Matthias Hossann, Direttore Design di Peugeot – la qualità degli scambi tra Peugeot e la squadra sportiva è stata eccezionale”.
La 9X8 segna l’ingresso in una nuova era: “Le gare di Endurance si basano su un regolamento che ci permette di dimostrare il know-how di PEUGEOT nei powertrain elettrificati” spiega Olivier JANSONNIE, Direttore Tecnico del progetto.
Con la sua propulsione ibrida a 4 ruote motrici, Peugeot 9X8 associa un motore V6 2.6 litri biturbo da 500 kW (680 CV), collocato in posizione posteriore, a un motore/generatore elettrico da 200 kW (272 CV) in posizione anteriore.
“Abbiamo voluto sottolineare questo cambiamento tecnologico e culturale con una nuova firma di colore, chiamata Kryptonite – aggiunge Matthias HOSSANN – L’avevamo già lanciata sul nostro nuovo modello di serie, anch’esso ibrido, 508 PSE, che condivide molte tecnologie con PEUGEOT 9X8”
La caratteristica forse più sorprendente di questa automobile, e quella che per molti versi ne riassume la filosofia, è l’assenza di un alettone posteriore, che le conferisce una morfologia unica. L’alettone posteriore è apparso per la prima volta nelle gare di durata nel 1967 (sull’americana Chaparral) e da allora è diventato la norma. Dal 1971, poco più di 50 anni fa, nessuna macchina ha mai vinto senza alettone posteriore