O.S.C.A. TORNA A VIVERE GRAZIE ALL’ACQUISIZIONE DA PARTE DI MASSIMO DI RISIO.
DR SI APPRESTA QUINDI AD AFFACCIARSI IN NUOVI SEGMENTI DEL MERCATO…
MA ALL’ORIGINE DI TUTTO C’È TANTA E GENUINA PASSIONE

In prova le Lancia D24 avevano girato in 3’38” e la Ferrari 375 MM di Cunningham aveva fatto di meglio, fermando il cronometro sul tempo di 3’31”. Nessuno aveva dato peso al tempo di 3 minuti e 56 fatto segnare dal giovane Stirling Moss.
Moss, affiancato da Bill Lloyd, era al volante della piccola O.S.C.A. MT4 di 1452 cc., vettura che non rappresentava certo una minaccia per gli squadroni Lancia, Aston Martin e Ferrari.
Ma la 12 Ore di Sebring del 1954 aveva in serbo grandi sorprese…

Inizialmente le tre Lancia di Fangio, Ascari e Taruffi parevano in grado di dominare, ma sin dall’inizio Moss seppe portare la piccola O.S.C.A. a ridosso dei primi.
Le Ferrari erano veloci ma, una dopo l’altra, furono costrette al ritiro, come pure le Lancia di Fangio-Castellotti e Ascari-Villoresi, così accadde che, al calare della sera, per la Casa torinese il peso del successo era tutto sulle spalle di Taruffi e Manzon che però non ebbero fortuna. Dapprima rallentati da un problema ai fari, che li costrinse ad una lunga sosta ai box, furono poi squalificati in quanto Taruffi spinse la vettura fino ai box, dopo che il motore aveva lasciato a piedi Manzon lungo il tracciato. Nel frattempo che le Aston martin ufficiali erano state costrette al ritiro.
Tutto ok invece a casa O.S.C.A.: Moss e Lloyd stavano facendo faville grazie alla leggerezza e alla maneggevolezza della loro O.S.C.A. (che vedete con il numero 56 nella foto qui sotto) che li rendeva imbattibili nel tratto “misto” del circuito della Florida.

E così avvenne l’impensabile: la O.S.C.A. vinse quella massacrante maratona precedendo (di ben 5 giri!) la Lancia D24 superstite di Rubirosa-Valenzano. Ma c’è di più: altre due O.S.C.A. (guidate dagli americani Simpson, Colby, Beck e Linton) finirono al 4° e 5° posto mentre la MT4 1100cc di Makins-Bott vinse la sua classe piazzandosi all’ottavo posto assoluto. Un’apoteosi!
Mai come in quell’occasione Davide fu più forte, veloce e affidabile di Golia e la vittoria della O.S.C.A. a Sebring 1954 è rimasta scolpita nella storia di questa durissima gara.

La strada del successo parava quindi tracciata per la Casa bolognese e, in verità, O.S.C.A. visse alcuni anni da protagonista sui circuiti di tutto il mondo, diventando un punto di riferimento tra le vetture Sport e Gran Turismo di piccola cilindrata.
Tant’è vero che due veri monumenti del giornalismo e della divulgazione motoristica come Giovanni Canestrini e Gianni Rogliatti, decisero di dedicarle un capitolo nel loro libro del 1965 “Le grandi macchine sportive italiane”.

Ma facciamo ora un lungo passo indietro, addirittura agli albori del motorismo, negli anni a cavallo tra ‘800 e ‘900.
OSCA affonda le sue radici proprio in quel periodo pionieristico, allorquando Carlo Maserati progettò e costruì un suo motore per motocicli. Carlo purtroppo morì molto giovane ma, nel 1914, Alfieri Maserati fondò a Bologna le “Officine Alfieri Maserati” che divennero, dapprima grazie al suo genio (anche lui morì precocemente nel 1932) e successivamente grazie a Ernesto, una casa automobilistica capace di riportare vittorie in tutto il mondo, come ad esempio la 500 Miglia di Indianapolis, vinta per ben due anni consecutivi nel 1939 e 1940.

I fratelli Bindo, Ernesto ed Ettore Maserati avevano quindi dato seguito, con successo, ai sogni di Alfieri ma, all’avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale, decisero di vendere azienda e marchio Maserati alla famiglia modenese Orsi, con l’impegno di rimanerne per dieci anni alla direzione tecnica.
Dieci anni però passano in fretta e, arrivati al 1947, i tre fratelli Maserati fondarono a Bologna le “Officine Specializzate Costruzioni Automobili – Fratelli Maserati”, da tutti conosciute come O.S.C.A.

O.S.C.A. si innestava dunque su una lunga tradizione di capacità progettuali, di conoscenze, di esperienze tecniche e sportive, oltre che di imprenditorialità.
Fino ai primi anni “60 i fratelli Maserati furono fra i maggiori protagonisti nello sport automobilistico mondiale e le loro O.S.C.A. di piccola cilindrata si affermarono in tutto il mondo, battendo molto spesso, come abbiamo visto, vetture di grossa cilindrata delle maggiori Case del tempo.

Ma, udite udite, la grande novità è targata 2022!
Già, perché oggi, dopo anni di inattività, il glorioso marchio O.S.C.A. torna all’attenzione degli sportivi e degli appassionati in virtù della sua cessione a Massimo Di Risio (nella foto qui sotto), da parte dell’ing. Alfieri Maserati (figlio di Ernesto), scomparso lo scorso mese di gennaio.
A dare questo “rumoroso” annuncio è stata la figlia di Alfieri Maserati, Fabia (nella foto qui sotto), che oggi detiene i diritti di O.S.C.A. Jewels, di cui ha appena lanciato una linea di orologi.
“Sebbene nel corso degli anni sia stato conteso da più case automobilistiche e da altri interlocutori intenzionati ad acquisire il marchio – spiega Fabia Maserati – quella di mio padre è stata una scelta precisa, mirata a far rivivere uno tra i marchi più gloriosi del motorsport, che ha contribuito enormemente allo sviluppo della tecnica automobilistica. Mio padre, infatti, non ha mai preso in considerazione la possibilità di mettere il prestigioso marchio di famiglia sul mercato ma ha voluto affidarlo nelle mani di chi, come lui, come mio nonno Ernesto ed i suoi fratelli, ha sempre pensato che l’odore della benzina fosse il più inebriante dei profumi, così come il rombare dei motori il più emozionante dei suoni, a tal punto da fare dell’automobile un elemento totalizzante della propria vita. Massimo Di Risio – aggiunge Fabia Maserati – è stato infatti un vincente pilota, prima ancora di diventare imprenditore di successo dell’automotive. La sua è una storia di grande passione per l’automobile. Ha una visione ancora “romantica” di questo mondo, abbinata però ad una grande capacità imprenditoriale. Con tenacia sta infatti portando avanti da anni un innovativo progetto automobilistico e tutto questo crea inevitabilmente un fil rouge con la storia della mia famiglia.
Di Risio, in cui rivedo la stessa passione e la stessa tenacia che hanno animato i Maserati, per O.S.C.A. svilupperà un piano industriale che potrà riportare il marchio a nuova vita.”                                                                                                                                                                                                                                  Cosa aggiungere?
Anzitutto che da Isernia (sede di DR Automobiles Groupe) nulla trapela sui piani operativi, su quali e quante saranno le vetture in gamma e neppure su quando si potranno toccare con mano i primi prodotti.
Ma la solida crescita di DR sul mercato e l’innegabile successo di alcune intuizioni industriali e commerciali paiono ergersi a garanzia di serietà e concretezza.
Non resta quindi che restare sintonizzati e, come si usa dire ora… “new O.S.C.A. coming soon”

A sinistra, la prima O.S.C.A. del 1948, ancora senza carrozzeria. È il modello MT-4 (Maserati Tipo 4 cilindri) di 1100 cc.. Al volante c’è Ernesto Maserati con accanto il fratello Bindo.                                                                                                                                                                        A destra, un’immagine della Mille Miglia 1950. Il vecchio campione Luigi Fagioli, cinquantaduenne, con la nuova O.S.C.A. 1100 cc. al controllo di Bologna. Concluderà la corsa vincendo la sua classe e classificandosi 7° assoluto.

Fotografie archivio Alfieri Maserati

 

Bologna 1955, all’esterno della fabbrica O.S.C.A. la vettura da record di 1500 cc che, a Bonneville (Utah), sul lago salato, ha battuto ben 18 record internazionali nella classe F, dai 10 km lanciati ad oltre 261 km/h fino alle 12 ore. I record erano fino a quel momento detenuti da Porsche, MG e Borgward.

Quello rimane forse l’unico caso nella storia dei record in cui la stessa automobile è stata capace di battere (in un solo tentativo) sia record di alta velocità che record su medie distanze, come le 1.000 miglia, e su lunghe distanze come le 12 ore. Anche la carrozzeria aerodinamica era stata progettata da Ernesto Maserati.

Fotografia archivio Alfieri Maserati

A sinistra l’ing. Alfieri Maserati a bordo della Maserati 8CTF 3000 cc con compressore, vittoriosa alla 500 Miglia di Indianapolis nel 1939 e 1940 con Wilbur Shaw al volante e oggi visibile al Museo di Indianapolis.

A destra, la O.S.C.A. 1600 cc SP con telaio a traliccio, 4 ruote indipendenti e carrozzeria particolarmente aerodinamica, concepita per la 24 Ore di Le Mans. Il modello, costruito in un solo esemplare, resta l’ultima auto da corsa realizzata dai fratelli Maserati.

Fotografie archivio Alfieri Maserati.