Dacia ripropone un modello di automobile concreto e sereno,
che oggi è sempre più difficile individuare
tra roboanti promesse e qualche velleità di troppo

di Marco Cortesi
Il mercato dell’auto fa promesse; tante promesse.
Lo fa spesso: dall’alto di un cartellone pubblicitario, durante un podcast, una promo sui social o una pubblicità in televisione.
Non è detto che queste promesse siano tutte disattese, anzi, le vetture di oggi hanno sovente caratteristiche straordinarie.
Tutto ciò però causa due problemi. Il primo, che le aspettative si fanno sempre più alte e su ogni vettura, per quanto costosa e ricercata, capita facilmente di trovare qualcosa che delude. Il secondo è che le auto che usiamo sono quasi sempre più efficienti, più eleganti, più affidabili di noi.
Ecco, Dacia Duster non è così. Duster, come per altro il resto della gamma Dacia, non fa promesse fuori luogo, è come lo vedi, ti dà più di quello che ti aspetti e ha un costo abbordabile.
È un piccolo SUV con cui puoi spostarti tranquillamente in città o campagna, ha un interno senza materiali raffinati ma ben fatto e personale ed è spinto da un motore senza grilli per la testa ma con una coppia che lo rende rotondo e piacevole.
Quando sali sul Duster, specie dopo aver visto il cartellino del prezzo, non hai grosse aspettative… e invece trovi una macchina che offre tutto il necessario (e di più) senza farti sentire in soggezione. Questa non è l’auto a cui metti la cera tutte le settimane. E questa filosofia non deve passare come un difetto, anzi è un’opportunità.
Il Duster lo guidi senza pensieri: ci vai a pesca, con la e-bike, al trekking o anche a fare i compiti più umili. Ci fai quello che i nostri genitori facevano con la Fiat 127 o la Renault 4, ma con un livello di affidabilità, sicurezza e comfort infinitamente superiore.

Forse anche per questi motivi, ti mette il sorriso sulla faccia, una dote che nella vita di oggi, dai ritmi frenetici e dall’indignazione facile, è davvero sempre meno scontata e sempre più preziosa.
Dacia e Duster però non rinunciano allo stile. La casa rumena è riuscita a costruire un linguaggio inconfondibile e piacevole, in particolare sul Duster, che di fatto è un “insettone” con i grandi fari anteriori e fanali posteriori arrampicati su una carrozzeria bombata.
Gli ampi archi ruota incrementano la dimensione percepita, e la sensazione fuoristradistica. I dettagli in plastica, rendono più particolare l’insieme, e il recente rebranding ha migliorato ulteriormente l’immagine. Stiamo parlando, oltre che dei marchi rinnovati, delle luci con una distintiva “firma” luminosa e dei bei cerchi in lega bicolore.
All’interno, il Duster è più curato di quanto il posizionamento indichi. Le plastiche sono quasi tutte dure, ma solide e con un marcato senso di design, alternando diverse texture inclusi dettagli color alluminio. Spiccano i comandi del climatizzatore con click-wheel, mini display digitali integrati e le bocchette ottagonali.
Al centro, un touchscreen da 8 pollici. Non super lucido o brillante, ma sorprendentemente funzionale, ben integrato con Apple CarPlay e Android Auto. Che poi è ciò che veramente serve. In più si possono aggiungere il navigatore su base TomTom e uno stereo migliorato.
Il cruscotto? Analogico.
Non c’è un virtual cockpit ma le informazioni essenziali sono chiare e visibili. Qui non si sprecano chip o materiali rari per il puro gusto di farlo.
I sedili? Semplici e in tessuto, ma con un ottimo supporto lombare.
Una delle cose che definiscono lo stile Duster è l’assistenza al parcheggio. Sul Duster ovviamente non c’è il parcheggio automatico ma è una delle poche vetture sul mercato in cui dallo specchietto laterale si vede il bordo della gomma posteriore. Questo, da solo, vale almeno tre quarti di parcheggio automatico. Non era così difficile pensarci, no?
Poi, volendo, ci sono anche quattro telecamere e sensori che aiutano: una dotazione non scontata anche su auto ben più costose.
Il dipartimento ADAS è quello che forse avrebbe bisogno di un po’ di boost. Nonostante sia presente il Blind Spot Assist, che non è certo il sistema più facile da implementare, mancherebbero almeno frenata automatica d’emergenza e controllo della corsia, anche solo con un avviso. La prossima generazione, in arrivo nel 2024, andrà sicuramente a colmare questa lacuna.
In strada, la semplicità di guida è totale. Il Duster seconda generazione ha guadagnato molto più feeling rispetto alla sua prima incarnazione e ha ora doti telaistiche rispettabilissime anche nelle curve lunghe e nei cambi di direzione. Il propulsore 1.0 da 100 cavalli è eccellente a GPL, corposo e rotondo, mentre è un po’ più “irregolare” a benzina.
Anche in questo caso, dà di più di quanto ci si aspetti: al 13.8 staccato nello 0-100 fa da contraltare la performance nel mondo reale, aiutata anche da un peso contenuto in meno di 1.300 chili compreso il sistema a gas liquido. Da segnalare che per il modello base a benzina si scende sotto i 1.200 chilogrammi.
Il Duster parte da 17.750 euro (1.0 da 91cv). Per il 100cv a GPL, si aggiungono circa 700 euro, mentre per il robusto diesel da 116cv (unico disponibile con trazione integrale) si aumenta di altri 1.000€. Al top della gamma come prestazioni, la 1.3 turbo 4×2 da 150cv, che arriva a 24.450 euro con anche il cambio doppia frizione a 6 marce.
Di serie per tutte, anche per le entry-level Essential, oltre agli ovvi ABS ed ESP, c’è il climatizzatore manuale, i fari Eco-Led, il cruise control, lo stereo a 4 altoparlanti e luci automatiche.
La Expression prevede cerchi in lega da 16, touchscreen con CarPlay e Android Auto, sensori posteriori, mentre la Journey offre finiture più ricercate, blind spot warning, navigatori, retrocamera, tergi automatici e cerchi da 17. Con l’Extreme, ultima arrivata, arrivano colorazioni dedicate, keyless, multiview camera: è il top della gamma. Le stesse dotazioni sono però al momento in offerta sul modello Journey.

Dal presente al futuro. Negli ultimi anni, i numeri di Dacia non hanno lasciato dubbi sul successo dell’operazione. Da solo, il Duster ha venduto oltre 25.000 unità in Italia e Dacia ha concluso l’anno a quasi un milione di unità in Europa (con una delle migliori performance in un 2022 difficile) e con un +10% nel Belpaese per oltre 67.000 unità. Anche il 2023 è iniziato alla grande, con +34% nei primi due mesi.
Proprio per continuare questo trend positivo, il marchio è pronto a lanciare l’assalto per la nuova generazione di prodotti basata sul pianale CMF-B di Renault, che offre la possibilità di introdurre l’ibrido, già presente sulla Jogger. Per il 2024 ci sarà il nuovo Duster, mentre nel 2025 vedrà la luce la nuova SUV segmento C prefigurata dal Bigster Concept. La vettura, da 4,60 metri, potrà ospitare fino a 7 passeggeri.
