Il “dna” delle Mini vincenti nei rally di 60 anni fa
è rimasto intatto nella Mini Cooper odierna.
Le eccellenti le doti dinamiche ci sono ancora tutte
e si accoppiano magistralmente con un look “glam” che piace tanto e non invecchia

C’è poco da fare, per chi ha qualche capello bianco le due sillabe “mi-ni” riportano inevitabilmente alle imprese dei primi anni sessanta, quando la piccola peste inglese divenne una star internazionale dopo aver messo in riga tutti al Rally di Montecarlo.
Tutto ebbe inizio quando, il 21 gennaio 1964, la Mini Cooper S vinse per la prima volta l’importantissima gara nelle mani dell’eccellente pilota nordirlandese Patrick (detto “Paddy”) Hopkirk, affiancato dal connazionale Henry Liddon.
Per il mondo dei rally si trattò di una grande sorpresa; la piccola vettura inglese seppe imporsi su automobili significativamente più potenti, grazie ad un perfetto equilibrio tra potenza, leggerezza maneggevolezza e tenuta di strada, qualità emerse prepotentemente su strade di campagna e passi di montagna, su neve e ghiaccio, nel misto stretto e lungo velocissime discese.
Le qualità della Mini Cooper la trasformarono in breve da sfavorita a dominatrice e conquistarono in pochi giorni i cuori degli appassionati (come chi scrive…) oltre che gli annali delle leggende del motorsport.
Solo pochi anni fa Paddy Hopkirk (recentemente scomparso) ricordava così le qualità dinamiche della sua auto: “Sebbene la Mini fosse soltanto una piccola berlina familiare, tecnicamente aveva tanti vantaggi. La sua trazione anteriore e il motore montato trasversalmente davano un grande beneficio; ed il fatto che fosse piccola, con strade rese più strette a causa della neve accumulata ai bordi, rappresentava un elemento positivo. Fummo molto fortunati: l’auto era quella giusta e tutto successe al momento giusto”.
L’impresa si era concretizzata durante la durissima penultima tappa del rally. La Mini Cooper S numero 37 nelle mani di Hopkirk volava letteralmente e tagliò il traguardo con appena 17 secondi di ritardo dal suo principale avversario, Bo Ljungfeldt, al volante della molto più potente Ford Falcon V8.
Però la formula handicap dell’epoca (intesa a livellare le differenze di peso e potenza tra le varie vetture) permise alla Mini di Hopkirk di insediarsi al vertice della classifica generale; posizione che il pilota difese brillantemente nello sprint finale attraverso le strade di Montecarlo.

Ma c’è di più: il quarto posto di Timo Mäkinen ed il settimo di Rauno Aaltonen sigillarono il successo della Mini Cooper S, dando così inizio all’era dei “Tre Moschettieri” nel Rally di Montecarlo.
Il dominio della Mini nella classica monegasca continuò infatti negli anni a seguire, consolidando la “leggenda” con due ulteriori vittorie assolute nel 1965 e 1967, ancora grazie ai campioni finlandesi Mäkinen e Aaltonen.


Al di la delle mode e dei luoghi comuni, va subito detto che il “dna” delle Mini vincenti nei rally di 60 anni fa è rimasto intatto nella Mini Cooper odierna.
Le eccellenti le doti dinamiche ci sono ancora tutte e si accoppiano perfettamente ad un motore potente quanto basta (178 cavalli nella versione S oggetto di questo servizio), in grado di spingere in modo morbido e pieno.
Inoltre, sottoposta a riuscite modifiche estetiche nel 2021, l’auto non ha certo perso la capacità di attirare anche quel pubblico particolarmente sensibile al suo fascino “glam”, rafforzato tra l’altro da infinite combinazioni di colori, finiture, tappezzerie e accessori.
Sul lato prestazioni solo applausi: guidarla trasmette sensazioni sempre gradevoli, un vero spasso nel misto veloce. Lo sterzo è diretto e permette inserimenti in curva rapidi e di rarissima precisione.
I rapporti del cambio sono forse un po’ lunghi per una vera sportiva (però la Mini non lo è) ma la risposta è pronta e permette alla cavalleria di scaricarsi in modo fluido, mai sopra le righe.
E se la frenata potrebbe essere un filo più potente, va subito detto che le sospensioni fanno molto bene il loro lavoro. Sono però assai rigide già in modalità normale, tanto che un tombino sporgente o una piccola buca risultano ostacoli piuttosto fastidiosi da affrontare.
D’altra parte, la maneggevolezza e la tenuta di strada passano anche attraverso la rigidità della vettura nel suo complesso. In altre parole, le prestazioni sportiveggianti vanno a scapito del comfort: la Mini è senz’altro un’auto divertente da guidare ma non totalmente adatta a viaggi lunghi.
Sul fronte comfort va però dimenticato che l’auto è indubbiamente ben insonorizzata.
Non mancano (nei pacchetti Driving Assistant) l’avviso di cambio di corsia e la frenata automatica d’emergenza.
Infine va soggiunto che nell’uso comune la Mini Cooper S non è un’auto dispendiosa, nel complesso consuma il giusto… anzi, consuma decisamente poco (c’è anche una modalità “green”, fatta per risparmiare) se la si guida con accortezza e piede leggero.
Gli interni sono da sempre un fiore all’occhiello di casa Mini. Molto personali e originali dal punto di vista del design, sono inoltre ottimamente rifiniti e offrono una buona qualità dei rivestimenti e dei comandi, assemblati in modo magistrale.
Carina e compatta, la Mini non può ovviamente garantire spazi abbondanti, né per i passeggeri né per i bagagli.
Le poltrone anteriori sono comode, avvolgenti e offrono una buona visibilità al guidatore, ma l’accesso alle sedute posteriori è decisamente poco agevole e, una volta seduti, c’è poco spazio per gambe e testa.
Del resto, la Mini, seppur omologata per quattro passeggeri, in realtà è da sempre percepita una compatta per due.
Anche il bagagliaio non sfugge alla regola della compattezza: è molto piccolo, tanto che risulta quasi obbligatorio reclinare lo schienale posteriore in caso di bagagli ingombranti o numerosi.

Ultimi arrivati i modelli MINI Edition offrono un look molto particolare. Da novembre 2022, nuove colorazioni amplieranno le possibilità di personalizzazione della Resolute Edition per MINI 3 porte, MINI 5 porte e MINI Cabrio. Anche la Untold Edition per MINI Clubman e la Untamed Edition per MINI Countryman saranno disponibili con una nuova colorazione.
Per MINI 3 porte e MINI 5 porte, nonché per MINI Cooper SE in versione Resolute Edition, saranno disponibili le colorazioni alternative Nanuq White ed Enigmatic Black. Anche il tetto e le calotte degli specchietti potranno essere verniciati in Pepper White o in nero. Per MINI Cabrio, la Resolute Edition sarà disponibile anche in colorazione Enigmatic Black con le calotte degli specchietti di colore nero.
Nella Resolute Edition, le nuove verniciature sono combinate con l’esclusiva finitura Resolute Bronze per evidenziare le caratteristiche di design tipiche di MINI.
Sulla MINI 3 porte e sulla MINI 5 porte (Resolute Edition) è presente anche la Waistline in colorazione Piano Black, una striscia nera che corre lungo il bordo inferiore dei finestrini.
