Anche se Mazda non gareggia più al vertice del motorsport,
non vuol dire che abbia dimenticato “come si fa”.
Anzi, anche con la gamma “borghese”
il marchio continua ad avere un forte appeal sugli appassionati

di Marco Cortesi
Nel museo di Le Mans ancora campeggia la Mazda 787 B che vinse l’edizione 1991 della 24 Ore di Le Mans. La prima vettura giapponese a riuscire nell’impresa, grazie ad una tecnologia profondamente Mazda, quella del motore rotativo, e ad una proverbiale affidabilità.
Oggi sembrano passati anni luce.
La casa nipponica ha ormai annunciato il ritiro dalle competizioni di durata (anche USA) e l’intenzione di concentrarsi solo sulle categorie d’accesso del motorsport.
Dopotutto, la filosofia di Mazda si rivolge sopratutto alle persone.
Da un lato il mantenimento di una personalità estetica e funzionale forte, senza perdersi nella tecnologia e nell’innovazione fini a se stesse, come dimostra la Mazda 2, che pur essendo tutt’altro che sportiva o “aspirazionale”, porta avanti un forte carattere estetico e nella dinamica di guida.
Dall’altra parte, l’impegno su un prodotto, come la Mazda MX-5, che permette a tutti o quasi di entrare nel mondo delle auto sportive dalla porta principale. E, se si vive negli USA, anche nel mondo delle gare. Con la MX-5 Cup si è voluto infatti offrire agli appassionati la chance di costruire una carriera da pilota, oltre che un passatempo. Gli importanti premi in denaro consentono ai migliori protagonisti della serie di diventare professionisti anche senza mirare alle categorie più blasonate. Ma questo è solo il punto più alto della piramide.
Per i proprietari delle generazioni precedenti sono organizzati campionati sui principali autodromi, che arrivano persino a vedere un centinaio partecipanti.
Il risultato è che anche se a Le Mans l’unica traccia di Mazda resta la 787, per strada la nostra Mazda 2 incontra molte sue simili, di proprietà di fan che tuttora considerano il marchio un riferimento della sportività. Tutto ciò, nonostante contenuti, raffinatezza, sicurezza e attenzione all’ambiente siano in parte (o totalmente) subentrati quali valori portanti e identificativi del brand.
E non va sottovalutato… il cambio. Il fatto che in Mazda si continuino a produrre vetture con cambi manuali di qualità offre chiaramente all’utilizzatore la sensazione che le sue esigenze siano prese in seria considerazione. E’ una dimostrazione di come l’immagine non sia solo puro marketing, ma anche lavoro sui contenuti iniziato e progettato da lontano.

Prima di tutto, il design. Mazda è uno dei pochi costruttori riconoscibile anche senza guardare il marchio. La grande presa d’aria anteriore, i fanali affilati, ma anche la fiancata snella e le ampie superfici vetrate. Senza dimenticare i colori, che ripropongono uno studio delle tonalità con ben pochi concorrenti al momento.
Nel caso della nostra Mazda 2, il pacchetto Homura introduce diversi elementi in nero lucido, a partire dagli elaborati cerchi in lega da 16 pollici. Sia all’esterno che all’interno la qualità è elevatissima, quanto a materiali e soprattutto assemblaggio.
L’abitacolo spicca per design e precisione così come il cruscotto che, pur non presentando un “virtual cockpit”, fornisce esattamente le medesime informazioni e con altrettanta leggibilità. Per il resto, gli interni ripropongono gli stilemi e le linee guida che caratterizzano la gamma.
I rivestimenti, in particolare nella parte alta della plancia, sono morbidi e i tessuti (presenti anche sui pannelli porta) sono ricercati, con la superficie traforata e le cuciture rosse, che si coordinano con altri dettagli come i contorni delle bocchette.
Al centro si trovano invece i controlli del sistema di infotainment, che è quello già presente su CX-3 e MX-5. Un sistema touch screen con monitor non particolarmente grande ma efficiente che, una volta in movimento, può essere controllato solo tramite una click wheel. Lo stereo fornisce buone prestazioni e spicca il supporto Wireless Apple CarPlay, una chicca che spesso manca anche su auto d’alta gamma e invece fa la differenza nell’utilizzo quotidiano.

La Mazda 2 non è una vettura da lunghi viaggi e ci si sente un po’ in colpa quando, come nel nostro caso, la si guida per oltre 1000 chilometri da una parte all’altra d’Europa. Tuttavia, spesso utilizzare una vettura fuori dalla sua “palestra” tipica permette anche di apprezzarne a fondo le doti migliori.
Dal lato prestazionale è meglio non aspettarsi troppo. Il motore, un 1.5 da solo 90 cavalli, fatica un po’ nelle salite e negli allunghi. Impercettibile la componente mild hybrid, utilizzata probabilmente solo per ottenere i vantaggi dell’omologazione: il sistema non presenta una batteria ma un supercondensatore, e può contenere solo 0,012 kWh di energia. Va detto che la ridotta cavalleria permette anche di apprezzare il cambio manuale, anche su questo modello nettamente il migliore rispetto alla concorrenza per rapidità e precisione.
Quello che invece emerge chiaramente dall’uso “improprio” della Mazda 2 è un confort di marcia eccellente, da vettura di una o due classi superiori. Pur avendo un buon telaio, la Mazda 2 non è rigida, assorbe bene le sconnessioni e si fa guidare sulle curve. I chilometri si macinano con facilità e i consumi sono bassi anche in autostrada: alla fine, si arriva a sfiorare i 20 chilometri con un litro. E si giunge a destinazione in modo sorprendentemente rilassato. Buona, nonostante la versione Homura sia di fatto quella appena superiore alla base, la dotazione di ADAS, che si fa apprezzare per un controllo della corsia particolarmente intelligente. Ed eccellenti sono i fari a led, potenti durante la guida notturna. Per chi ha bisogno di uno step ulteriore di assistenza alla guida, i modelli superiori della gamma possono includere l’i-Activesense con frenata automatica posteriore, il cruise control adattivo, i sensori di parcheggio anteriori con monitor a 360 gradi.
Dal punto di vista dei prezzi, tenendo presente contenuti di fondo sono particolarmente buoni, non devono spaventare i 19.400 Euro di partenza della Mild Hybrid. Ma per avere la versione Homura occorre spendere 20.300 Euro e per la più completa Exclusive si arriva ad oltre 24.000 Euro, entrando nel territorio di ibride “vere”, come la 2 stessa in declinazione full hybrid.