Le forme della Kia Concept EV9 sono squadrate, severe e razionali.
Il cubismo subentra all’impressionismo e ogni superficie è resa tesa, piatta, priva di organicità… e tutto parte dal Cyber Truck di Tesla…

di Alessandro Camorali
fondatore e titolare CAMAL Studio
Come in tutte le correnti artistiche che si rispettino esiste, per convenzione, un’opera che viene scelta come “prima” e manifesto del movimento stesso.
Tempo fa, recensendo il Cyber Truck di Tesla sulle pagine di #cheauto!, mi ero mostrato sicuro che fossimo di fronte ad un riferimento chiave per il cambiamento futuro, per quella spinta alla libertà espressiva che troppi designers aspettavano!
Il pronostico era sin troppo facile…
Quella scelta, spiazzante e determinata, in poco tempo si è già tradotta in numerosi esercizi dalle forme spigolose, o magari arrotondate, ma comunque prive di troppi orpelli e forti nelle proporzioni.

In Kia stanno tracciando una direzione chiara. I vertici e i designer del gruppo hanno scelto di dare un nuovo volto e una rinnovata personalità al brand coreano, partendo dal logo, rinfrescato e modernizzato nei tratti, fino allo studio di un nuovo linguaggio estetico di tutta la linea di produzione.
Concept car come l’EV9 sono, come sempre, pura espressione d’intenti, la prima idea che manifesta il cambiamento, il modo di tastare il terreno del mercato e i gusti dei propri clienti prima di un deciso cambio di rotta. Serve coraggio per cambiare un prodotto che già funziona… ma senza mutamento tutto rimane fermo, un immobilismo che nell’automobile non ripaga mai.
Nel proporre la propria visione Kia ha deciso di stupire un po’ tutti (tranne gli addetti ai lavori che avevano già capito il nuovo corso del brand) con un SUV potente, quasi prepotente.
Sin dalle proporzioni (lunghezza di 4.930 mm, larghezza di 2.055 mm,altezza di 1.790 mm e un passo di 3.100 mm), che conferiscono alla Concept EV9 una straordinaria presenza su strada.
Le forme sono squadrate, severe e razionali, il cubismo subentra all’impressionismo e ogni superficie è resa tesa, quasi piatta, priva di organicità.
La bellezza si racchiude nella forza della luce, protagonista nei riflessi chiaro scuri, capace di definire le sfaccettature e i tratti distintivi dell’auto.
Molti, osservandola, avranno pensato: “Posso disegnarla anche io un’auto così!”.
Invece, ciò che penso io è quanto sia stato complicato disegnarla… perché trovare un equilibrio e un’originalità tra quelle forme così semplici deve essere stato tutto tranne che facile!
I parafanghi sono realizzati come origami e spingono visivamente le ruote verso l’esterno, in un esercizio estetico di potenza rispetto alla fiancata sobria e lineare ma spezzata, a metà altezza, da una linea teorica assai decisa. Tutti i parallelismi, da terra al tetto, sono mirati a infondere solidità alla cabina mentre le linee verticali servono a piazzare tutta la forma a terra. Solo una linea obliqua definisce la terza luce dei vetri, in uno sforzo di dinamismo verso il posteriore. Il Suv si trasforma quasi in mezzo militare con queste superfici “stealth”, solo il colore ne elude la naturale ispirazione per confondersi con la natura, marina o terrestre (come menzionato dai designer Kia).
L’anteriore, ormai privo di una vera calandra, ricalca il nuovo aspetto del brand con geometrie forti e trattamenti duri, privi di una specifica personalità. Il tutto, sotto il suggestivo nome di Digital Tiger Face, riduce la massa frontale e migliora notevolmente l’aerodinamica.
Il posteriore, scultoreo, lascia protagonisti solo i fanali, sottili e perimetrali. Un paracolpi estetico nell’anteriore e nel posteriore, colore argento, ha il compito di ridurre le masse in altezza e nascondere i volumi destinati al vano batterie del sottoscocca.

Gli interni invece trovano poca coerenza con gli esterni, non che questo sia un male intendiamoci, ma cavalcano un po’ la dicotomia classica che spesso si nota in concept come questo.
L’abitacolo in bianco assume un’aria futuristica ma cede un po’ alle tendenze, mostrandosi molto più in linea con i lavori degli altri brand. Pannelli porta che si fondono con lo scenario e una plancia sobria da cui svettano dei monitor digitali abbastanza anonimi sono soluzioni ormai quasi “obbligate”.
Per parte loro, i sedili più simili a poltrone e l’apertura delle porte a libro completano il pacchetto tipico di una concept car contemporanea.
I cerchi dal disegno pieno sono ormai un “must have” delle nuove vetture elettriche, ma risultano in contrasto con l’idea di leggerezza e funzionalità che queste dovrebbero trasmettere.
In generale penso che l’EV9 sia interessante, un figlio della follia californiana, di quell’assurdo pick up che troppi, e troppo in fretta, avevano criticato.
Il concept EV9 con le sue caratteristiche punta ad infondere serenità, calma e benessere. Un esempio è dato dal colore esterno che riproduce la profondità dell’oceano, sapientemente equilibrato dal cielo azzurro rilassante che si irradia in tutto l’interno.
L’etica “Water Element” ha guidato il team di progettazione di Kia nella selezione dei materiali sostenibili ed ecologici per EV9. Sono stati utilizzati per il pavimento materiali derivanti dal riciclo di reti da pesca mentre il tessuto dei sedili è stato ottenuto dal riciclo di bottiglie di plastica e di fibre di lana. In tutto l’abitacolo, inoltre, è stato fatto grande uso di pelle vegana, molto più etica e sostenibile rispetto alla pelle convenzionale di derivazione animale.
Kia prevede di ridurre gradualmente l’uso della pelle animale in tutti i veicoli.
EV9 ha tre modalità di configurazione dell’abitacolo. Active Mode si usa quando Concept EV9 è in movimento, assicurando al conducente e ai passeggeri un’esperienza di guida ottimale. Le altre due modalità vengono utilizzate quando non si è in movimento.
Pause Mode è la modalità volta a modificare lo spazio interno per trasformarlo in una first class lounge, offrendo agli occupanti la possibilità di interagire tra loro, godendo della luce che filtra dall’ampio tetto panoramico. I sedili possono essere ruotati per consentire agli occupanti seduti nella prima e nella terza fila di porsi uno di fronte all’altro, mentre i sedili della seconda fila si ripiegano, trasformandosi in tavolini.
Enjoy Mode è la seconda modalità, sempre da usare da fermi, che trasforma l’abitacolo in uno spazio ricreativo attraverso la possibilità di ruotare tutte e tre le file di sedili, consentendo a tutti gli occupanti di godere dell’ambiente esterno, con il portellone aperto, comodamente seduti in prima fila.
