Rimac Nevera è diventata l’auto elettrica più veloce al mondo.
Un risultato eccezionale ma che sta perfino stretto alla casa croata,
fondata da un allora giovanissimo patron Mate Rimac

Ora è ufficiale: Rimac Nevera è l’auto elettrica di serie più veloce al mondo.
Sull’impianto tedesco di Paperburg, la hypercar croata ha raggiunto 412 chilometri orari di velocità massima, certificati in modo indipendente.
Di fatto, si tratta del primo serio tentativo in condizioni ottimali e certificate, con la rimozione del limitatore presente sul modello stradale e che può venir meno, anche per i clienti, solo sotto l’assistenza diretta dei tecnici Rimac.
Il valore del risultato, che ha visto la Nevera viaggiare a un terzo della velocità del suono, va però oltre al riscontro numerico, probabilmente migliorabile. Si tratta infatti del completamento di un percorso iniziato nel 2018, quando la vettura fu presentata al Salone di Ginevra con il nome di C_Two. Era il primo prodotto di serie, seppur molto limitata, firmato Rimac.

Classe 1988, nato in Bosnia e cresciuto in Croazia, dopo una permanenza in Germania per sfuggire alla guerra, Mate Rimac ha iniziato a infrangere record sin dalla sua prima creazione, una BMW serie 3 del 1984, elaborata da lui stesso all’età di 19 anni.
L’amore per l’elettronica era nato ancora da teenager, anche per sfuggire al bullismo di chi lo prendeva di mira per l’accento bosniaco.
Per far capire il tipo, già a 16 anni Rimac aveva ideato un sistema di controllo dell’angolo cieco e vinto numerose competizioni in tutto il mondo. Grazie all’importante contributo degli investitori trovati con questi exploit (e grazie dalla vendita di brevetti), Rimac ha lanciato la sua prima concept car elettrica, la Concept One, a 23 anni di età.
Oggi Mate Rimac ha 34 anni, quasi 1000 dipendenti e… si è permesso il lusso di “mangiarsi” Bugatti con l’aiuto di Porsche. Ma non costruisce solo vetture, porta avanti progetti di sviluppo per il gruppo VW, Hyundai, Jaguar e altri.

In un quadro del genere, un “semplice” record di velocità è quasi limitante.
Sia dal punto di vista filosofico, che pratico, la Nevera è molto di più di un semplice proiettile per andar forte in linea retta. In” primis” è la certificazione di un successo basato sul talento prima di ogni altra cosa e, soprattutto, è una vettura completa.
Certo, produce 1914 cavalli, ma grazie a quattro motori elettrici e un sistema di torque vectoring unico al mondo, è capace di affrontare le curve con precisione chirurgica. Non ha slittamento, né sottosterzo, né sovrasterzo, anche se mantiene una modalità per divertirsi in sbandata. Rappresenta la definizione di performance elettrica, una potenzialità enorme ma controllabile e malleabile.
Nevera è stata sviluppata interamente da zero, con la maggior parte dei sistemi chiave progettati e realizzati internamente da Rimac. Un sistema di batterie di nuova generazione, inverter, cambio, motore, sistemi di controllo, infotainment e molti altri sono stati sviluppati appositamente per Nevera.                                  Durante tutto il processo di sviluppo, il gruppo propulsore è stato riprogettato tre volte, in un processo che è durato più di due anni, con ogni iterazione che ha spinto il livello delle prestazioni oltre rispetto a prima.

Anche il processo di sviluppo e omologazione è stato un viaggio per l’azienda, che ha superato ostacoli tecnici, burocratici e legali. A partire dai prototipi sperimentali iniziali, fino ai prototipi di convalida e poi alle auto pre-serie, non meno di 18 esempi di Nevera sono stati testati in ogni ambiente e aspetto immaginabile, dal circolo polare artico a una camera climatica ad alta umidità con temperatura di 48 gradi. Un rigoroso programma di crash test di quattro anni ha visto la distruzione di nove auto durante 45 crash test separati.
“Viaggiare a 412 chilometri orari, significa viaggiare a un terzo della velocità del suono; – ha dichiarato Miro Zrnčević, Chief Test and Development Driver di Rimac – raggiungere questo traguardo su un’auto da strada è incredibilmente complesso, ma con Nevera abbiamo creato un’auto che può percorrere lunghe distanze con una sola carica, può affrontare piste da corsa strette e tortuose, può derapare… così come battere record di velocità in rettilineo, sia per l’accelerazione che come velocità massima. Ho guidato Nevera da quando ha girato una ruota per la prima volta e vedere l’auto perfettamente evoluta che è oggi è davvero emozionante. La cosa più importante che ho imparato durante il tentativo di velocità massima è quanto la vettura fosse composta e stabile, a conferma che i nostri team di aerodinamica e dinamica del veicolo hanno fatto un lavoro straordinario”.
La produzione della Nevera è attualmente in corso presso il quartier generale di Rimac alla periferia di Zagabria, in Croazia, e le prime auto sono già in consegna ai fortunati clienti che l’azienda ha saputo conquistare in tutto il mondo.

Un altro risultato di Rimac è stato quello commerciale e industriale. Oltre ai 150 esemplari in programma a nome proprio, ha offerto la propria piattaforma ad altri costruttori come Pininfarina, che ha usato la base della Nevera per la sua Battista, che vedete nella fotografia qui a fianco. La casa di design torinese non solo ha puntato allo stile, ma ha migliorato ulteriormente le performance lavorando su telaio, gomme e sospensioni. Tanto che si è permessa di battere i “cugini” in altri record, quelli di accelerazione.
Ad esempio, quello dello 0-100, coperto in 1,86 secondi, piuttosto che lo 0-200 in 4,75, mentre la Nevera rimane la regina del quarto di miglio e dei 400 metri da fermo, battuta solo da vetture da Mondiale Endurance o di Formula 1. Anche di Pininfarina Battista saranno prodotti 150 esemplari, assemblati in Italia.
Nel frattempo, di là della Manica, un’altra hypercar elettrica si sta preparando ad affrontare un record, stavolta in pista. Lotus ha annunciato che tenterà di battere il record assoluto del Nürburgring con la sua Evija, puntando sulla (relativa) leggerezza e su una lunga preparazione al simulatore. Ma anche Rimac ha messo i suoi fari sull’impresa…

E’ un momento di grande fervore nel modo delle cosiddette “Hypercar”.
A Monza, per iniziativa dell’imprenditore Andrea Levy, è di recente partita l’avventura di 777, in pratica una hypercar degna del Mondiale Endurance ma che però non sarà mai schierata in gara. Vedrà la luce tra un annetto abbondante e farà la gioia di sette (tante ne verranno prodotte) nababbi disposti a investire ben 7 milioni di euro per una vettura incredibile.

Ma se Monza chiama Praga risponde. E non stiamo parlando solo della bella città ma di una hypercar prodotta dalla omonima Casa, già presente in parecchie categorie agonistiche.

Si tratta di una vettura ad alte prestazioni, splendidamente disegnata attorno a tre principi fondamentali: leggerezza, carbonio, benzina. Un’aerodinamica estremamente curata fornisce oltre 900 kg di carico aerodinamico a 250 km/h, mentre la velocità massima è di poco superiore ai 300. In pratica, una biposto con motore centrale sotto i 1.000 kg. che, nelle mani giuste, è capace di prestazioni estremamente elevate in pista, mirando ai tempi sul giro delle auto da competizione GT3. Il potente motore biturbo a sei cilindri (derivazione Nissan GT-R) garantisce affidabilità, facilità di manutenzione e il potenziale per un’ulteriore miglioramento delle prestazioni, non per nulla i collaudi sono portati avanti da Romain Grosjean, ex pilota di F.1 e attualmente pilota IndyCar.
La produzione dovrebbe iniziare a metà “23, con una mini-serie di 10 vetture (in vendita a 1,28 milioni di euro più tasse). Circa 80 vetture seguiranno nei successivi quattro anni.