C’è un racconto all’interno del racconto della Dakar 2022.
È la storia di una donna Saudita che ha sfidato tradizioni e avversari…
e si è pure dimostrata velocissima

17 gennaio 2022
“Il mio nome è Dania Akeel a sono cittadina dell’Arabia Saudita…” con queste parole Dania Akeel vi accoglie nel suo sito web, dove racconta la sua vita, la sua breve carriera (interrotta da un incidente) motociclistica e la successiva svolta verso le quattroruote e i Cross Country Bajas, come sono stati battezzati dalla FIA.
Dania nasce in Arabia da una famiglia di alto lignaggio e, a differenza di quasi tutte le sue connazionali, ha avuto la ventura di studiare in occidente: prima la laurea in Storia e Politica Moderna, presso la Royal Holloway University of London, e poi un master in International Business alla Hult International Business School. È quindi cresciuta in un mix di culture incredibile, potendo vivere e immergersi per molti anni in una cultura totalmente occidentale.
Insomma, una giovane donna destinata a fare notizia, se pensiamo che nel 2019 è stata la prima ragazza Saudita ad ottenere una licenza per gareggiare in moto… tanta roba, se pensiamo che solo pochi mesi prima le donne Saudite avevano finalmente ottenuto il semplice diritto di guidare un’automobile.
Già, perché è solo dal 24 giugno del 2018 che le donne di quel paese possono condurre un’auto.
Un diritto conquistato non senza fatica e dolore dalle donne di quel Paese al termine di una lotta partita negli anni “90 e poi via via cresciuta e divenuta popolare nel mondo grazie a social network (YouTube su tutti) che ospitarono molti video di ragazze illegalmente al volante.
Per questa battaglia molte donne sono state vessate, minacciate, in alcuni casi addirittura arrestate.
Ma torniamo a Dania. Nel 2021 debutta e vince subito nelle Bajas, tanto da mettere in cascina la Coppa Iridata messa in palio dalla FIA per la categoria T3.
Questo successo l’ha catapultata sul red carpet della serata dei Campioni organizzata dalla FIA a Parigi e ha convinto il Comitato Olimpico Saudita a insignirla del titolo di Atleta Femminile dell’anno. Incredibile…
E il passo successivo è stato schierarsi al via della Dakar, che si svolge nel “giardino di casa” ma è pur sempre il rally Raid più famoso del mondo.
E Dania non era neppure la sola Saudita al via… se pensiamo che fino a quattro anni fa le donne in Arabia Saudita neppure potevano guidare.
Certamente Dania è il simbolo di una strada che si apre
“La partecipazione alla Dakar 2022 segna il passo successivo della mia carriera in quanto miro assolutamente ad evolvermi come pilota. La mia intenzione è di crescere ad ogni chilometro e la Dakar è la piattaforma perfetta per sviluppare le mie capacità verso un livello più alto di prestazioni” era quanto andava dicendo al via Dania.
Certamente la gara non è stata una passeggiata. Seppur affiancata dall’espertissimo navigatore uruguaiano Sergio Lafuente (che lei ha soprannominato Super Sergio), Dania è andata incontro a non poche difficoltà con il suo Can-Am Maverick XRS.
Nella prima settimana la sua progressione è stata impressionante: dal 22° posto del prologo (su 48 classificati nella classe T3) la Akeel ha poi progredito tappa dopo tappa, con ottime prestazioni ed una regolarità sorprendente, sino a chiudere al bivacco di metà Rallly addirittura in sesta posizione.
Assemblato dal team tedesco South Racing (e gestito durante l’evento dalla controllata South Racing Middle East con sede a Dubai) l’agile Can-Am della Akeel non ha mai perso un colpo e le forature sono state l’unico vero motivo di preoccupazione nei 13 giorni della competizione.
Ma la prima tappa della seconda settimana ha riservato una brutta sorpresa: “L’auto non era perfetta quel giorno – ha detto Akeel – e non sono riuscita a gestire la mia frustrazione. Ho spinto troppo ed ho commesso un errore tra i canyon, schiantandomi in un fosso. Porterò questa esperienza con me in ogni gara poiché è fondamentale mantenere l’equilibrio e la concentrazione lungo ogni chilometro”.
L’equipaggio è stato in grado di effettuare riparazioni di emergenza (perdendo circa quattro ore) e alla fine Dania è giunta al bivacco con il 36° tempo di giornata, fatto che l’ha fatta scivolare dal 6° al 15° di categoria.Da quel momento tutto è filato liscio e, tappa dopo tappa, Dania e Sergio sono stati in grado di risalire fino all’ottava piazza finale in virtù di prestazioni solide e veloci.
“Abbiamo concluso la mia Dakar all’ottavo post odi classe – ha dichiarato la pilota Saudita alla fine – e ci siamo divertiti moltissimo. Abbiamo continuato a spingere fino all’ultimo chilometro e Sergio è stato eccezionale. Ho imparato così tanto sul terreno, sull’auto e su me stessa. È stato una gara incredibile”.
Per una ragazza Saudita la felicità è un ottavo posto.

Era scritto e così è stato: Toyota ha dominato la Dakar 2022 con il pickup e l’equipaggio di punta Nasser Al-Attiyah – Mathieu Baumel (nella foto) ha fatto il suo dovere, mettendosi al comando sin dalle prime battute e lasciando ben poco alle speranze degli avversari.
Poco hanno potuto Loeb e Lurquin con il loro prototipo Baharain Raid Extreme mentre le Mini X-Raid sono apparse ormai superate.
Infine, in chiaroscuro le prestazioni dei prototipi Audi elettrici con range extender, capaci di prestazioni parziali eccellenti ma alla fine nelle retrovie
Erano molte le ragazze al via di questa Dakar, parecchie nella classe T3. Per la cronaca la categoria l’ha vinta l’esperta coppia cilena Francisco Lopez – Juan Pablo Vinagre, ma sul podio ci è arrivata anche la spagnola Cristina Gutierrez, navigata dal francese Fracois Cazalet. Gutierrez non è certo una sorpresa e da tempo si fa valere nella specialità, tanto da essere ormai monitorata con attenzione dalle maggiori squadre.
Foto DPPI Red Bull Cont. Pool
