Nel mondo il bianco (35% dei veicoli prodotti) e il nero (18%) continuano ad essere
le scelte predominanti degli acquirenti di auto… ma il rinnovato successo delle vernici bicolore
sembra rappresentare la voglia di cambiare e di essere ottimisti

di Marco Cortesi
La nostra società si sta trovando ad affrontare tempi straordinari, almeno per le generazioni più giovani. Spesso, le risposte che conoscevamo non vanno più bene e i fenomeni che prima dimostravamo di padroneggiare oggi sorprendono.
Moda e musica stanno subendo uno sconvolgimento e anche il design delle auto ha iniziato a seguire percorsi più liberi dalle regole che pensavamo avesse in passato.
Il produttore di vernici PPG ha pubblicato il suo report sulla popolarità dei colori nel settore automotive per il 2021, che evidenzia l’aumento della domanda di finiture bicolore, colori personalizzati e altre tendenze emergenti tra gli acquirenti di auto. L’aumento delle finiture bicolore riflette il desiderio di personalizzazione dei consumatori e i progressi nelle tecnologie applicative offrono oggi la concreta opportunità di rendere queste scelte di stile raggiungibili da tutti, in modo più pratico e sostenibile.
Ciò che cambia rispetto al passato è l’inversione rispetto al tenore generale della società. Mentre, storicamente, la scelta di tinte bicolore o fantasiose si associava a momenti di espansione economica e progresso sociale, mentre le tonalità più cupe si accompagnavano a momenti di contrazione, oggi sta accadendo il contrario. Dopo gli anni di lockdown, e nonostante le difficoltà perdurino, il bicolore avanza.
Non è, in altre parole, una tendenza che segue il tenore sociale. È una tendenza opposta, in reazione, che già si sta vedendo anche nel mondo della moda.
Prendiamo gli anni ‘50 e ‘60. Il boom economico, la rivoluzione dei costumi, lo sguardo positivo al futuro in un’economia che tira con una maggiore libertà. Per celebrarla, colori pastello e tonalità bicolore.
Poi, all’inizio degli anni ‘70, alcune promesse vengono tradite ed emergono diseguaglianze sociali; i centri città sembrano in declino e la stagnazione è accentuata dalle crisi petrolifere. Poi ancora, un’altra rivoluzione, quella segnata dalla disco music, fenomeno di affermazione dell’individualità anche per i più “reietti”: neri, omosessuali, latinoamericani e altri.
Non è un caso che, parlando di automobili, sia arrivato proprio lì un altro colpo di coda del bicolore e delle tinte forti.
Tra la bolla dell’high-tech e il crack dei mutui subprime giunge poi il regno del grigio, poi progressivamente intaccato dal periodo di crescita vissuto negli ultimi 20 anni.
Oggi, il dramma del Covid-19 e i venti di guerra, se seguissimo quella stessa logica, suggerirebbero un momento nero. Invece, non è così.
Come detto, c’è sicuramente una grande componente di reazione. Ma molto si può anche spiegare con la tecnologia, che ha fatto passi da gigante nella semplificazione dei processi industriali, in particolare proprio sul bicolore, che non richiede più complesse e laboriose mascherature, riducendo i costi e tempi di realizzazione, e aumentando la velocità di introduzione sul mercato.

Va detto che si parla di tendenze non esattamente macro. In una prospettiva globale, il bianco (35% dei veicoli prodotti) e il nero (18%) continuano ad essere le scelte predominanti degli acquirenti di auto, mentre la domanda di grigi è aumentata del 2% in ciascuno degli ultimi due anni. Tuttavia, i blu rimangono stabili all’8% nonostante i pigmenti blu siano tra i più colpiti dalla crisi degli approvvigionamenti, mentre i rossi sono scesi al 7%, calo dovuto principalmente al mercato USA. In grande crescita verdi e viola, con nuovi colori vivaci che hanno maggiori probabilità di utilizzo su modelli sportivi piuttosto che su SUV e pickup.
Il verde, con il suo evidente legame con la natura, la sostenibilità e l’inclusività, rimane forte in tutto il mondo, e continuerà ad essere assai importante nell’industria automobilistica.
Cosa accadrà con i venti di guerra che spirano sull’Europa, che ricordano i tempi della contrapposizione USA-URSS, ma soprattutto con la crisi di materiale, persone ed energie che si presenta sempre più preoccupante?
Forse, anche guardare alle scelte delle persone in termini di colori per auto potrebbe fornire una prima risposta. Nel senso che potrebbe evidenziare una rinnovata determinazione nell’uscire finalmente dalle sabbie mobili, nel farcela. Uno sforzo di sostenibilità economica e ambientale, la nascita di una società capace di guardare con fiducia a lungo termine. Forse non è il caso di dare tutta questa responsabilità ad una tonalità bicolore, ma è proprio in momenti critici che dobbiamo attaccarci alla speranza… magari verde speranza.

Il Programma Maserati Fuoriserie è un foglio bianco su cui utilizzare un’ampia gamma di strumenti di disegno e di colori. E la spettacolare Grecale Mission from Mars è un chiaro esempio di cosa può accadere. Esterni e interni sono colorati con una speciale vernice metallica texturizzata, chiaramente ispirata alla polvere minerale e all’erosione del metallo. Gli esterni sono in Galactic Orange, un colore a più strati con base super liquida, che ricorda il metallo fuso, su una resina arancio-rossa, quasi glassata e decisamente futuristica.
